C'è la Terra nella sua essenza di Donna nella lista delle 100 donne più ispiranti e influenti del 2020 secondo la Bbc. Un mosaico di volti e colori che raccontano storie di donne che da ogni angolo del globo si impegnano per un domani di maggiori opportunità in tutti i campi possibili, dai diritti civili alla salute, dall'ambiente alla cultura. Una casella – la prima – è volutamente rimasta vuota: è quella dedicata alla "eroina ignota", colei che in qualunque parte del mondo, "in questo anno straordinario", "ha sacrificato la propria vita per aiutare gli altri" e fare in qualche modo "la differenza".

A questa sagoma, a cui ognuna può dare il volto di una sorella, seguono le sagome di tutte le altre, 99 donne diverse per età, provenienza, esperienza. L'elenco include Sanna Marin, alla guida del governo di coalizione tutto al femminile della Finlandia, e Michelle Yeoh, protagonista di Shang-Chi, il nuovo film dell'universo Marvel. Ci sono molte scienziate, tra cui Sarah Gilbert, a capo del team di Oxford per la ricerca del vaccino anti-Covid,Adriana Albini, unica italiana 'on board', patologa alla guida del laboratorio di biologia vascolare e angiogenesi dell'IRCCS MultiMedica. Campionessa di scherma, è professoressa di Patologia generale all'Università degli Studi di Milano-Bicocca ed ex visiting scientist presso i National Institutes of Health degli Stati Uniti. 

C'è l'attrice e attivista climatica Jane Fonda, 82 anni, assieme alla coetanea Bilkis, volto della protesta musulmana di Shaheen Bagh contro la controversa legge indiana sulla cittadinanza. C'è la 23enne Agnes Chow, attivista pro-democrazia di Hong Kong incarcerata insieme a Joshua Wong con l'accusa di aver organizzato assemblee illegali. I suoi sostenitori le hanno dato il soprannome di "Mulan", in riferimento alla leggendaria eroina cinese che ha combattuto per salvare la sua famiglia e il Paese.

Nella galleria di foto emerge il volto fiero di Nemonte Nenquimo, indigena Waorani impegnata a difendere il suo territorio ancestrale, la cultura e il modo di vivere nella foresta pluviale amazzonica. È co-fondatrice dell'organizzazione no-profit a guida indigena Ceibo Alliance, prima donna presidente dell'organizzazione Waorani della provincia di Pastaza e una delle 100 persone più influenti al mondo secondo la rivista Time. "Come donne, portiamo la forza necessaria per forgiare un percorso fuori da questi tempi pericolosi, quando la sopravvivenza del nostro pianeta e dell'umanità è in pericolo. Adesso è il momento per le donne di unirsi", la sua dichiarazione.

Ci sono le donne dell'est, protagoniste di una battaglia di resistenza che ci riguarda da vicino: la capofila è Sviatlana Tsikhanouskaya, candidata alla presidenza in Bielorussia, oggi a capo del movimento democratico in esilio che si batte contro l'autoritarismo di Alexander Lukashenko. "Non credere mai, neanche per un secondo, a chi ti dice che sei debole. Spesso non ci rendiamo conto di quanto siamo forti". Parole che potrebbero essere della russa Oksana Pushkinskaya, unica nella Duma a battersi contro la legge che non punisce la violenza sulle donne.

Il filo dell'empowerment unisce l'America Latina al Golfo Persico, dove incontriamo Nasrin Sotoudeh, avvocata iraniana che difende lo stato di diritto e i diritti di prigionieri politici, attivisti dell'opposizione, donne e bambini in Iran. È in congedo temporaneo da una lunga pena detentiva per essersi opposta al tanto criticato sistema giudiziario del Paese. Nonostante la sua prigionia e le continue minacce alla sua famiglia, Sotoudeh rimane una ribelle sostenitrice dello stato di diritto. "L'hijab è obbligatorio [in Iran] - e se possono forzarci su questo mezzo metro di tessuto, possono fare qualsiasi cosa con noi".

Dall'Argentina all'Etiopia, le donne cambiano il mondo anche mettendosi al centro di un campo da calcio. È il caso di Evelina Cabrera, allenatrice e manager, fondatrice della Federcalcio argentina femminile, dopo un'adolescenza burrascosa per le strade di San Ferdinando, e di Loza Abera Geinore, 23 anni, campionessa del calcio etiope.

La parola d'ordine, per tutte, è fare la differenza e far sì che il mondo di domani sia differente, in meglio. Per dirla con le parole di Alice Wong, attivista statunitense per i diritti dei disabili: "Il mondo è cambiato molto nel 2020 e non voglio neanche lontanamente che le cose tornino 'normali'". Con il suo Disability Visibility Project, ha dato vita a una campagna che incoraggia le persone con disabilità a registrare le loro storie. Sulla stessa battaglia è impegnata un'altra delle fantastiche cento: Shani Dhanda, fondatrice della Diversability Card Initiative e di altre piattaforme dedicate alla piena inclusione delle persone diversamente abili nella società. "Mentre il mondo si riprende, è nostra responsabilità collettiva ricostruire un futuro inclusivo e sostenibile per tutti". In quel "tutti" c'è la chiave per ripartire, un mosaico che si espande come un gioco di specchi.

Giulia Berardelli