Nicolas Maduro rinforza il proprio potere politico, con un controllo più forte sul Parlamento di Caracas. Come previsto, le elezioni parlamentari in Venezuela sono state caratterizzate dal boicottaggio dell’opposizione, con l’astensione che ha sfiorato il 70 per cento, dall’assenza degli osservatori internazionali e dal trionfo quasi indisturbato del partito chavista guidato dal presidente venezuelano.

 

La presidente del Consiglio elettorale nazionale, Indira Alfonzo, ha detto che la coalizione del Gran Polo Patriottico, che appoggia il presidente Maduro, ha ottenuto il 67,7% dei 5,2 milioni di voti scrutinati, mentre l’opposizione si è fermata al 18%, Non è stato precisato quanti dei 277 seggi parlamentari siano stati ottenuti dai chavisti.

 

“Una gigantesca vittoria elettorale” per il chavismo, ha commentato Nicolas Maduro, affermando che “oggi, cinque anni dopo, sapendo tutto quello che ha fatto questa Assemblea contro il popolo, colpi di Stato, interferenze, sanzioni, oggi abbiamo una nuova Assemblea nazionale”... “Noi sappiamo vincere e perdere. Oggi ci è toccato vincere, oggi è toccato vincere al popolo del Venezuela. Arriva un cambio di ciclo, un ciclo positivo, virtuoso, di lavoro e recupero, di sovranità e pace”, ha aggiunto. “Che nessuno interferisca negli affari del Venezuela. Sappiamo gestire i nostri problemi con il voto popolare”.

 

Il movimento dell’opposizione venezuelana guidato da Juan Guaido ha fatto sapere che terrà un referendum subito dopo le elezioni per chiedere ai venezuelani se vogliano porre fine al Governo di Maduro e tenere nuove elezioni presidenziali. “Anche se oggi non posso promettere una soluzione magica, posso dirvelo con certezza e sicurezza: non siete soli. Non ci arrenderemo”, ha detto Guaido in un videomessaggio. “Daremo tutto finché non vinciamo”.

 

“Le frodi elettorali in Venezuela sono già state commesse. I risultati annunciati dall’illegittimo regime di Maduro non rifletteranno la volontà del popolo venezuelano. Quello che sta accadendo oggi è una frode e una farsa, non una elezione” ha twittato il segretario di Stato americano Mike​ Pompeo.Anche​ i paesi vicini, dalla Colombia all’Ecuador, hanno espresso le loro critiche e annunciato che non riconosceranno l’esito del voto.​