Gente d'Italia

Paolo Rossi: l’indimenticabile campione che ha marcato il “Mundial”

Era troppo giovane per scomparire! Aveva appena 64 anni e lo ha portato via un lungo male incurabile. Quando l'Italia vinse la sua terza Coppa del Mondo io avevo 29 anni e anche se son stato sempre tifoso dell'Inter, Paolo Rossi era un centrattaccante troppo grande per ignorarlo. Avevo fatta grande la sua Juve che, per essere onesti, è stata, quasi sempre, la base della nostra Nazionale. Dopo quella prima fase da dimenticare quando classificammo con 3 pareggi con Polonia, Perú e Camerun, molti di noi pensammo il peggio. Con una squadra cosí forte non riuscivamo a battere rivali non troppo brillanti ed era tutto in salita per Bearzot e Capitan Zoff.

Alla seconda fase ci toccavano i Campioni del Mondo del '78, e c'era Maradona. Sinceramente pensai che era troppo difficile, anche se in Argentina, l'unica squadra che aveva potuto battere la compagine di Menotti, fu appunto l'Azzurra con quel ricordato gol di Roberto Bettega. Sul campo c'erano i nostri condottieri e con un gol di Tardelli e uno di Cabrini, quel 2-0 fu una doccia fredda. Il gol del Capitán Passarella non fu sufficiente per i Campioni in carica e la strada cominció ad essere in discesa. Una formazione eccezionale: Zoff, Baresi, Collovati, Cabrini, il mastino Claudio Gentile che riuscí a staccare la spina nientemeno che a Maradona, Gaetano Scirea (scomparso prematuramente), Antognoni, Tardelli, Altobelli, Rossi, Causio o Graziani, senza contare la nostra panchina d'oro.

Per colmo dei mali, dopo i Campioni dell'Argentina, ci toccava il più pericoloso team del mondiale: il Brasile del Campione del Mondo Telé Santana, che aveva in campo mostri del calibro di Toninho Cerezo, Falcao, Renato, Serginho, Socrates, Edevaldo o Edinho. Con un pareggio la "verde amarela" poteva seguire, ma agli azzurri solo serviva una vittoria. Io mi trovavo in viaggio a New York e non volevo vedere quella partita perchè i nervi mi struggevano. Ricordo che uscii con mia moglie a comprare in uno shopping per ignorare. Al mio ritorno, mio cognato mi disse: "Guarda, guarda Stefano, guarda Piazza del Popolo!".

La gente che usciva a frotte per le strade e si buttava nelle fontane perchè i nostri avevano battuto il Brasile 3-2! Una favola e lì capii che il Mundial non era poi tanto lontano. Con 3 gol del nostro grande Paolo Nazionale avevamo superato, forse, la migliore squadra dei mondiali! Prima 1-0, poi il pareggio di Socrates e prima dell'intervallo andava a segno di nuovo Rossi. Nel minuto 68 il Brasile pareggia di nuovo con gol di Falcao, ma 6 minuti dopo, Rossi tornava a segnare e il catenaccio funzionó alla perfezione. In semifinale appariva la Polonia, ma ormai, la forza e convinzione degli azzurri, era insuperabile e fu un facile 2-0.

In finale i soliti nostri succubi: la Germania che, in tutta la storia delle partite ufficiali di calcio,  ci ha battuto soltanto una volta e ai rigori. Con le finte di Bruno Conti, la decisione di Tardelli (per me uno dei migliori centrocampisti della storia del calcio), la precisione di Conti, la sicurezza di Zoff o la grinta di Gentile, già una disfatta era impossibile. Tornato a Montevideo vidi la finale in famiglia, con la bandiera tricolore sulle spalle e con tanto nervosismo, dopo che Cabrini mancó un rigore. Poi la festa e chi aprí la strada fu appunto Paolo Rossi, poi la stangata storica di Tardelli e quella finta da Pelé di Altobelli. Il gol di Muller all'83esimo, fu un adettoto.

Campioni del Mondo! Campioni del Mondo! E Paolo Rossi fu il cannoniere del Campionato e considerato il miglior giocatore in Spagna! Nessun italiano che visse quei momenti potrà dimenticarli! Poi il 2006, ma quel "Mundial" fu indimenticabile, con il Presidente Pertini che saltava come un bambino a fianco del Re di Spagna, con i festeggiamenti da brivido di Tardelli per il secondo gol in finale, con le reti strategiche di Paolo Rossi e le parate di Dino Zoff!

Grazie Paolo! Ci hai lasciato i più bei ricordi che, come milioni, abbiamo l'Azzurra nell'anima.

STEFANO CASINI

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