Come risaputo, non è che il governo abbia dato mai prova di una certa coerenza: basti pensare alle varie piroette del MoVimento 5 Stelle che pur di restare in sella ha dovuto rinnegare praticamente più volte il proprio credo. Poi è stata la volta del presidente del Consiglio, insieme con Luigi Di Maio, che nelle ultime settimane hanno assolutamente chiuso alle voci di un rimpasto di governo. Non se ne parla proprio, il mantra dei due. Puntualmente, ecco il primo passo indietro del premier che in pratica ha fatto intendere che sarebbe anche pronto a una verifica tra le forze di maggioranza: “Sono pronto al confronto con le altre forze politiche”, aprendo di fatto alla possibilità di un Conte ter. Naturalmente il premier per ora non usa quelle parole che fanno tanto prima Repubblica come “rimpasto”, ma la frattura apertasi con il piano di Palazzo Chigi per il Recovery Fund pare insanabile e trovare una sintesi all'interno della maggioranza pare l'unica via per scacciare l'ombra di Mario Draghi sulla presidenza del consiglio dei Ministri, già prefigurata dallo stesso Renzi nei giorni scorsi. Ed è proprio il leader di Italia viva a essere il più critico contro Conte e l’esecutivo attualmente al potere: “In queste ore montano le polemiche di chi dice che in piena pandemia non si può fare politica. Io ho un concetto diverso della parola politica. Se, davanti alla più grave crisi economica del dopoguerra, il Parlamento non può fare politica perché non può discutere di dove mettere i soldi dei nostri figli e il governo deve farsi sostituire da una task force di trecento consulenti significa che c’è qualcosa che non va”.

Il ruolo di pompiere tocca al segretario del Pd Nicola Zingaretti, anch’esso critico nei confronti della task force che vuole il primo ministro, ma che chiede però di discutere tutti insieme affinché il governo possa lavorare per il bene del Paese: “Dobbiamo avere la consapevolezza che i problemi non si narrano, non si cavalcano, non si contemplano, ma si affrontano perché la rinascita passa dallo sconfiggere il virus: sono contro le illusioni di chi dice che si può ritornare alla vita prima di sconfiggere il virus. Il 2021 sarà l'anno del vaccino e dell'uscita dalla malattia. Dobbiamo trasformare l'uscita dalla malattia, nella rinascita della democrazia e del dibattito politico”.

E l’opposizione? La più battagliera resta Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia: “Penso che l'unica soluzione decente sono le elezioni anticipate, per permettere agli italiani di avere un governo capace di fare le cose, invece che di parlare di se stesso”.

A difesa di Conte, il grillino Alessandro Di Battista: “E' da irresponsabili, da folli pensare di far cadere Conte o parlare d rimpasto in tempi di pandemia. È ridicolo ipotizzare di far cadere questo esecutivo per una task force. Vogliono una crisi di governo ora, con il rischio concreto di una terza ondata e proprio mentre la Bce inizia a comportarsi davvero come una Banca centrale europea. Solo in Italia in una fase così drammatica si parla di cose del genere”.