Chiaro il messaggio che oggi ha lanciato la presidente di Confesercenti Patrizia De Luise, in occasione dell'assemblea annuale dell'associazione. Una nuova chiusura totale nel periodo tra la Vigilia e la Befana arrecherebbe danni all’economia italiana davvero poi difficili da recuperare: “Per il Natale quest’anno spenderemo tutti meno, lo stop delle vacanze congelerà 12 miliardi di consumi turistici e ristorazione. Il 54% deve ancora acquistare e prevediamo che lo farà presso gli esercizi commerciali delle nostre città! Un ritorno alla tradizione. Un lockdown tra Natale, Capodanno ed Epifania comporterebbe infatti per negozi e pubblici esercizi un’ulteriore perdita di 10 miliardi di euro, di cui 3 miliardi di euro circa di consumi in bar, ristoranti ed altre attività di somministrazione e 7 miliardi in acquisti di beni e prodotti”. Per la De Luise “in poco tempo tutto è cambiato. E tutto sarà diverso, ma non è detto che sarà peggio. Abbiamo il dovere di preparare un futuro migliore. Certo, le cicatrici sul corpo della nostra economia sono ancora profonde, vive e non c’è dubbio che le imprese del commercio, del turismo, dei servizi sono quelle su cui, più di altre, si è abbattuto e continua ad abbattersi il peso della crisi pandemica”. A causa del Covid, ha detto - sono a rischio chiusura 150mila imprese, 80mila nel commercio e 70mila nel turismo, nella somministrazione e nei servizi per circa 450mila posti di lavoro in fumo. Ovviamente l’obiettivo è quello di evitare questa catastrofe. Ma per farlo bisognerà davvero lavorare per bene e non sprecare alcun fondo a disposizione: “Le risorse del Recovery fund sono una opportunità eccezionale per modernizzare il Paese e permettere la ripartenza delle imprese. Occorre però prevedere interventi mirati per tutte le imprese con un approccio sartoriale mirato alle MPMI. Dobbiamo garantire piena occupazione e ripresa dei consumi. Vanno poste solide fondamenta per dare il via ad un piano nazionale di rilancio dell’impresa turistica. Vanno sostenute le imprese per garantire occupazione. Una fiscalità di vantaggio a favore di tutte le imprese che hanno subito contrazione di volume di affari superiore al 50%, da valersi sulle imposte da pagare (IVA, IRPEF, IRES, IRAP per gli anni 2020 e 2021) in misura proporzionale alla diminuzione subita”. Poi qualche suggerimento al governo: “Portiamo l’IVA al 5% e diamo più sostegno alla nostra industria turistica, favoriamo nuovi investimenti, riduciamo il costo del lavoro. Subito un piano per l’infrastruttura turistica, porti, strade, aeroporti, servizi ferroviari, ma anche infrastrutture digitali ed una rete on-line di promozione tutta italiana. Sì ad un fondo “cancella tasse” per le imprese che hanno rinviato i pagamenti delle imposte nei mesi più duri della pandemia”.