La giravolta di Matteo Renzi, che ieri, dopo aver fatto saltare la "verifica" con il premier Conte, ha poi tranquillizzato l'inquilino di palazzo Chigi rispedendo al mittente le voci che lo volevano pronto a scatenare la crisi di governo - "non ci penso nemmeno. Ma diamoci una mossa" ha detto, ieri, il leader di Iv, intervistato dal Tg5 - rasserena, sia pur parzialmente, il presidente del Consiglio. Il quale, occorre ribadirlo, mentre l'ex "rottamatore" faceva dietrofront, aveva già incassato l'appoggio incondizionato di Pd e 5Stelle. Sono stati, d'altronde, proprio i leader di questi due partiti (Nicola Zingaretti da una parte, Vito Crimi dall'altra) i primi a fare quadrato attorno al capo dell'esecutivo, garantendogli l'incondizionata fiducia delle principali forze politiche di maggioranza, fino a respingere con forza e quasi in maniera sdegnata, i rumors di "rimpasto" che pure avevano preso ad impazzare sui media. Insomma, traducendo in soldoni: almeno per quanto concerne la tenuta del governo, Conte sembra poter dormire sonni tranquilli. Almeno per ora. Sì, perché resta pur sempre aperta la partita sul Mes e quella sulla gestione dei fondi del Recovery fund. Ma procediamo un passo alla volta. Per quanto concerne i soldi del "fondo salvastati", Iv e Pd non sembrano avere alcuna intenzione di mollare la presa e insistono nell'azione di pressing su Conte, chiedendo l'attivazione immediata del prestito sanitario targato Bruxelles. "Ci sono 36 miliardi (i fondi del Mes, ndr) che potrebbero andare a irrobustire il servizio sanitario, inutile dire che i medici sono eroi e poi non dargli i soldi. Questi 36 miliardi sono bloccati con un no ideologico dei 5 stelle e di Conte: a me sembra una follia. Prendiamo i soldi, mettiamoli sulla sanità e smettiamola con le polemiche", ha insistito sull'argomento Renzi, tornando a pigiare il tasto sull'utilizzo del fondo. Di tutt'altro parere il Movimento5Stelle che sul capitolo Mes proprio non vuole cedere: per i grillini, quel prestito semplicemente non s'ha da prendere. Punto. E il braccio di ferro continua. Così come continua a tenere banco la "cabina di regia" che dovrà gestire i milioni del Recovery fund, espressamente richiesta dal premier secondo quelle che sono le direttive suggerite dalla Ue. Anche qui Renzi è stato durissimo: "Bisogna spendere bene i soldi europei, non affidarli a 300 consulenti comparsi dal nulla, magari amici degli amici". Parole, quelle pronunciate dall'ex presidente del Consiglio, che sanno di bocciatura vera e propria della speciale "task force" sul Recovery. Peccato, però, che su questo "capitolo", l'ex segretario dem non sia seguito dal Nazareno e neanche dai 5Stelle, ritrovandosi, di fatto, isolato. Ciò non toglie, tuttavia, che anche questa sia una spina ficcata nel fianco di Conte. Proprio come la battaglia sul Mes. Tradotto in soldoni: l'avvocato pugliese si avvia a godere (forse) di un sereno Natale. Quanto alla ripresa post festiva, il tempo si annuncia assai turbolento.