Altro che toni "bassi". La tensione, all'interno del governo Conte, resta altissima con Italia Viva che proprio non vuole saperne di abbassare il livello dello scontro. Anzi, all'indomani della "verifica" di palazzo Chigi, la pattuglia renziana, terza gamba della maggioranza giallorossa, è tornata a punzecchiare in maniera forte, i colleghi che reggono l'attuale esecutivo. In particolare, a dare fiato alle trombe, ci ha pensato l'ex ministra Maria Elena Boschi la quale, dalle colonne del Foglio, ha letteralmente bastonato il plenipotenziario dem Dario Franceschini. Galeotta è stata la frase del ministro della Cultura il quale, in un'intervista rilasciata due giorni fa al Corriere della Sera, ha fatto trapelare il proprio pensiero sull'ineluttabilità delle elezioni in caso di caduta del Conte bis. "Qualcuno dovrebbe spiegare a Franceschini che non è il presidente della Repubblica. Non ancora, almeno. Al Quirinale c'è un galantuomo che si chiama Sergio Mattarella" ha sbottato la Boschi. "Mi auguro - ha proseguito - che il ministro del Turismo sia più preoccupato di evitare che chiudano alberghi e ristoranti che di aprire i seggi elettorali. Chi poi conosce bene Dario sa che il richiamo alle urne è un suo evergreen a cui non crede nemmeno lui". "Conte - ha quindi rincarato la dose l'esponente di Iv - non sarà il nostro leader alle elezioni. Ma aggiungo che non penso ci saranno elezioni anticipate. Occupiamoci dei vaccini e dei posti di lavoro, non di fantasie. Noi siamo impegnati a rilanciare l’azione dell'esecutivo; se invece altri vogliono fermarsi e rinunciarvi ne prenderemo atto e vedremo cosa accadrà in Parlamento". Le parole di Maria Eelena Boschi hanno avuto vasta eco negli "ambienti" di Italia Viva dove, non più tardi di ventiquattr'ore fa, la ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova ha ribadito come il "faccia a faccia" con il premier di ieri, non abbia significato, in automatico, "la fine della verifica", che "si farà dopo l’approvazione della legge di bilancio". "Se vuoi arrivare alla fine della legislatura devi avere una visione strategica" ha chiarito la Bellanova. E ancora, ha rilanciato: "Siccome non stiamo parlando di Napoleone, ma di un premier sostenuto da una maggioranza composita, lui ha l’onere e l’onore di trovare una sintesi". Secondo la ministra renziana: le divergenze non si risolvono con "le battute di yes-men che brandiscono le percentuali di Italia Viva". "Noi stiamo ponendo problemi reali. Non stiamo parlando di rimpasto: non abbiamo nessuno da piazzare ma proposte da discutere”, anche perché quando le aziende cominceranno a licenziare "c’è il rischio di una questione di ordine pubblico" ha concluso la Bellanova.