La spesa media degli italiani per imbandire le tavole del Natale scende a 82 euro a famiglia, il minimo da almeno un decennio in calo di circa 1/3 rispetto allo scorso anno. È quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixe’ sugli effetti dell’ingresso del Paese in zona rossa con la chiusura di ristoranti, trattorie e agriturismi che lo scorso anno avevano ospitato 5 milioni di italiani per una spesa complessiva di 250 milioni di euro, solo nel giorno di Natale.

Quest’anno la quasi totalità degli italiani (94%) ha scelto di restare a casa anche se alcuni – sottolinea la Coldiretti – hanno colto l’opportunità delle deroghe prevista per la zona rossa per far visita nella propria abitazione fino a due persone non conviventi con eventualmente i propri figli minori di 14 anni e anche con le persone disabili o non autosufficienti che con loro convivono.

Con meno ospiti a tavola per la preparazione casalinga del pasto principale del Natale – continua la Coldiretti – è stato stimato un tempo medio di 2,5 ore in media, in netto calo rispetto alle 3,8 ore dello scorso anno. Nonostante ciò si assiste ad una forte collaborazione familiare in cucina con oltre sei italiani su dieci (62%) che hanno deciso di impegnarsi ai fornelli per le varie pietanze, spinti anche dal maggior tempo da passare in casa con l’ingresso in zona rossa.

Per quanto riguarda i prodotti più presenti sulle tavole, lo spumante si conferma come il prodotto immancabile per otto italiani su dieci (81%), mentre il panettone con il 78% batte di misura nelle preferenze il pandoro fermo al 75% ma entrambi consumati spesso in abbinamento a dolci locali che vengono fatti in casa in oltre la metà delle famiglie (52%).

Ma con le specialità enogastronomiche tra i regali più gettonati del Natale 2020 le tavole si arricchiscono soprattutto dei prodotti regionali tipici della ricorrenza, come – spiega la Coldiretti – ci sono il panone di Natale in Emilia Romagna, u piccilatiedd in Basilicata, il panpepato in Umbria, la pizza di Franz nel Molise, lu rintrocilio in Abruzzo, le pabassinas con sa sapa in Sardegna, la carbonata con polenta in Valle D’Aosta, il pangiallo nel Lazio, le carteddate in Puglia, i canederli in Trentino, la brovada e muset con polenta in Friuli, i quazunìelli in Calabria, il pandolce in Liguria, la pizza de Nata’ nelle Marche, i buccellati in Sicilia, il brodo di cappone in tazza in Toscana e l’insalata di rinforzo in Campania.