"Oltre al vaccino per il corpo, serve il vaccino per il cuore: è la cura. Sarà un buon anno se ci prenderemo cura degli altri, come fa la Madonna con noi". Lo ha detto Papa Francesco nell'omelia preparata per la Santa Messa di questa mattina in San Pietro (che il Pontefice non ha potuti presiedere per via di una "dolorosa sciatalgia" che lo ha messo ko e che è stata letta dal segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin che ha poi presieduto l'Eucarestia al suo posto) e nell'introdurre l'Angelus. "Quest'anno - ha scritto Bergoglio - mentre speriamo in una rinascita e in nuove cure, non tralasciamo la cura. Perché, "quanto è importante educare il cuore alla cura, ad avere care le persone e le cose. Tutto comincia da qui, dal prenderci cura degli altri, del mondo, del creato". Per Francesco: "non serve conoscere tante persone e tante cose se non ce ne prendiamo cura". I "dolorosi eventi che hanno segnato il cammino dell'umanità nell'anno trascorso, specialmente la pandemia, ci insegnano quanto sia necessario interessarsi dei problemi degli altri e condividere le loro preoccupazioni" ha ribadito ancora il Pontefice, indicando l'atteggiamento che "rappresenta la strada che conduce alla pace, perché favorisce la costruzione di una società fondata su rapporti di fratellanza". Il Papa ha invitato in questo nuovo anno a "trovare tempo per qualcuno". "Il tempo - ha scritto nell'omelia - è la ricchezza che tutti abbiamo, ma di cui siamo gelosi, perché vogliamo usarla solo per noi. Va chiesta la grazia di trovare tempo, tempo per Dio e per il prossimo: per chi è solo, per chi soffre, per chi ha bisogno di ascolto e cura". Oltre al vaccino per il corpo, ha dunque ricordato il Pontefice, "serve il vaccino per il cuore: e questo vaccino è la cura". Perché "è importante educare il cuore alla cura", "degli altri, del mondo, del creato". "Non siamo al mondo per morire, ma per generare vita", "non serve conoscere tante persone e tante cose se non ce ne prendiamo cura". Le sole forze umane però, ha ricordato ancora il Vescovo di Roma, non bastano per raggiungere la pace. La pace "è un dono" da implorare e sostenere "con un dialogo paziente e rispettoso", da costruire "con una collaborazione aperta alla verità e alla giustizia", sempre attenta alle "legittime aspirazioni delle persone e dei popoli". "Il mio auspicio è che regni la pace nel cuore degli uomini e nelle famiglie; nei luoghi di lavoro e di svago; nelle comunità e nelle nazioni. Nelle famiglie, nel lavoro, nelle nazioni: pace, pace. E' ora che pensiamo che la vita oggi è sistemata dalle guerre, dalle inimicizie, da tante cose che distruggono... Vogliamo pace. E questa è un dono", ha concluso. Al termine dell'Angelus Bergoglio ha ringraziato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per gli auguri che ha ricambiato di cuore e si è detto "grato", per quanti in ogni parte del mondo e nel rispetto delle restrizioni imposte dalla pandemia di Covid, hanno "promosso momenti di preghiera e di riflessione" in occasione della Giornata Mondiale della Pace, giunta quest'anno alla sua 54esima edizione. In particolare, la marcia virtuale organizzate da Cei, Pax Christi, Caritas e Azione Cattolica, e quella promossa dalla Comunità di Sant'Egidio.