Nel bel mezzo di una crisi planetaria, fortunatamente c'è anche chi può continuare a crescere scommettendo sul futuro e comprando una nuova casa da 3,3 milioni di dollari. E la notizia non può che far ancora più piacere perchè l'acquirente è l'Italian American Cultural Center of Iowa, a Des Moines. E si tratta poi anche di un edificio particolare: chiamato Butler Mansion, si trova al 2633 di Fleur Drive, in cemento bianco posizionato su una collina che domina il Gray's Lake e il centro della città. "Siamo davvero contenti di dove siamo - ha dichiarato Paolo Bartesaghi, presidente dell'Italian American Cultural Center - e adesso lo siamo di dove sarà il nostro futuro. Avevamo bisogno di una casa più grande. È sempre sul lato sud di Des Moines. Un luogo perfetto per noi".

L'associazione culturale italo-americana per 28 anni aveva avuto la propria sede al 1961 di Indianola Avenue: adesso è arrivato il momento di cambiare, per diventare più grandi e poter così sviluppare e ampliare nuove idee. Infatti con la nuova location ci sarà la possibilità di ampliare l'offerta di eventi, come ha spiegato lo stesso presidente Bartesaghi nell'ultima edizione della newsletter dell'organizzazione. Tra i nuovi progetti che si vogliono sviluppare c'è anche l'offerta di un museo interattivo, una biblioteca destinata in particolar modo alla ricerca, quindi un centro per congressi, quindi corsi di cucina, di lingua e arte e infine anche un giardino. "La nuova struttura - ha sottolineato il presidente - porterà a compimento questa visione".

L'accordo per la Butler Mansion è stato realizzato lo scorso 28 dicembre, ma l'Italian American Cultural Center ha ancora in corso una campagna per raccogliere dei fondi che dovranno contribuire a pagare l'acquisto della proprietà. E si tratta di un edificio che in qualche modo caratterizza Des Moines da ormai quasi un secolo, una casa iconica. Infatti fu costruita nel 1934 per volontà di Earl Butler, ingegnere e viaggiatore che voleva una casa che lo ispirasse a... restare a casa secondo quanto si può leggere in 'Des Moines Architecture & Design', un libro scritto da Jay Pridmore che racconta l'architettura della città. E Mr. Butler per realizzare il suo desiderio incaricò 'Kraetsch and Kraetsch' uno studio locale che nella progettazione seguì le sue indicazioni, secondo quanto raccontato sempre da Pridmore: "Pareti in cemento bianco, interni curvi, illuminazione indiretta e una disposizione delle stanze che collocano le zone giorno più importanti nel retro dell'edificio, che si affaccia sulla campagna".

Ci sono voluti 13 mesi per arrivare alla transazione. Bob e Christie Boesen, i proprietari che hanno venduto, avevano acquistato l'edificio nel 2006 dagli amici Jack Kragie ed Elizabeth Newell che a Des Moines avevano avviato una agenzia pubblicitaria negli anni '70 e a loro volta avevano comprato la Butler Mansion nel 1987. Secondo gli accordi firmati, l'Italian American Cultural Center of Iowa, pagherà 25.000 dollari al mese da gennaio 2021 a dicembre 2022 per poi saldare con $2,9 milioni l'1 gennaio 2023. Tra le clausole, la più significativa è che i nuovi proprietari non potranno effettuare nessuna modifica materiale all'edificio senza l'autorizzazione dei Boesen.

"Chi cresce a Des Moines - aveva detto in una intervista l'anno scorso Bob Boesen - passa sempre da quell'edificio, per ammirarlo. Una di quelle proprietà che è sempre stata speciale". Oltre 1200 metri quadrati di superficie la Butler Mansion è composta da 28 stanze oltre a 10 bagni, composta da sette livelli, l'accessibilità è fornita da una rampa, percorribile a piedi, lunga oltre 90 metri. All'epoca della sua costruzione era stata chiamata 'Home of the Future', la casa del futuro, perchè comprendeva riscaldamento, aria condizionata e sistema idrico tutti automatici, poi tritarifiuti elettrico, lavastoviglie, asciugatrice e porta automatica per l'apertura del garage, cella frigorifera per il congelamento della carne, un cavo telefonico di quasi 6.000 metri che permetteva il collegamento di otto telefoni e inoltre, nella grande sala da pranzo, c'era un pannello di vetro smerigliato che nascondeva un centinaio di lampadine rosse, gialle e blu che permettevano alla stanza di illuminarsi di qualsiasi colore.

di SANDRA ECHENIQUE