di James Hansen

 

Una caratteristica della società “evoluta” occidentale è la sua intolleranza per l’intolleranza: che sia di genere, di razza, di orientamento sessuale o politico, dei gusti carnivori o vegetariani e di molte altre cose ancora.

 

Reclamare la “giustizia sociale” è diventata una significativa attività imprenditoriale negli ultimi decenni e la ricerca di minoranze maltrattate da rappresentare è sempre più frenetica, specialmente in campo sessuale, dove la sigla “LGBT”, che una volta doveva identificare le varianti​ “Lesbian, Gay, Bi-sexual​ e​ Trans-sexual”, guadagna almeno una lettera all’anno ed è oramai arrivata a nove caratteri—LGBTQIAPK—di cui poche persone non “del mestiere” riescono a ricordare il significato.

 

Nelle circostanze, è sorprendente che esista ancora una minoranza ben definita, storicamente maltrattata e tuttora discriminata che non abbia chiesto “restituzione” per le indubbie ingiustizie subite: i mancini. Costituiscono circa il dieci percento della popolazione mondiale, una proporzione stabile da almeno cinquemila anni secondo gli studiosi.

 

Esiste dal 1976 una​ “International Left Handers Day”​ che ricorre il 13 agosto e ha come obiettivo la celebrazione de “l’unicità e la differenza” di quelli che dalla nascita preferiscono la mano sinistra. Non si può dire però che abbia “attecchito”. Eppure le sofferenze storiche dei mancini sono delle realtà: a partire dalle angherie religiose e i sospetti di stare dalla parte di Satana, per arrivare all’obbligo scolastico fino a pochi decenni fa di scrivere con la destra anche quando ciò era “contro natura”.

 

Dal punto di vista formale, l’obiezione cristiana deriverebbe dalla parabola delle pecore e dei capri dal vangelo di Matteo​ (25,31-46):​ “Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli... saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo”. Ai “capri” resta invece il​ “fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli”.

 

Non va meglio nell’Islam, dove la mano sinistra è “impura”, riservata alle abluzioni della dopo- defecazione e mai usata per mangiare o salutare. La distinzione si conserva netta anche nelle lingue neo- latine e anglosassoni: in francese​ gauche​ non vuol dire solo “sinistra”, ma anche “goffo” o “maldestro”. In inglese​ sinister​ significa semplicemente “malvagio”. Gli esempi italiani sono già noti ai lettori...

 

La discriminazione dei mancini è stata pesante e duratura. Esiste ancora: gran parte della nostra “infrastruttura” quotidiana—le forbici, il sistema di scrittura a mano, gli strumenti musicali, le armi da fuoco e molto altro—è chiaramente intesa per l’utilizzo da parte della grande maggioranza destrorsa. Vedremo prossimamente proposte di legislazione per obbligare i fabbricanti di forbici a produrre modelli perfettamente “ambidestri”? Vedremo proposte per sopprimere la stessa parola “ambidestro”? “Ambimano” forse? È uno strano momento, tutto è possibile.