La strada scelta dai democratici è segnata: se nelle prossime ore il vicepresidente Mike Pence non invocherà il 25esimo emendamento per rimuovere Donald Trump, la Camera potrebbe votare già domani, mercoledì una risoluzione per chiedere - per la seconda volta, fatto unico nella storia degli Stati Uniti d'America - l'impeachment del 45esimo presidente americano.

Con un capo d'accusa pesantissimo: "incitamento all'insurrezione" verso i suoi sostenitori che il 6 gennaio hanno dato l'assalto al Congresso, come si legge nell'unico articolo di impeachment che i democratici presentano oggi alla Camera. "Facendo questo, il presidente Trump ha gravemente messo a rischio la sicurezza degli Stati Uniti e le istituzioni del governo", si legge nel testo che è stato anticipato dalla Cnn.

Il singolo articolo per la messa in stato d'accusa richiama le ripetute false rivendicazioni di aver vinto le elezioni e il suo discorso incendiario ai fan che poi hanno assaltato il Congresso: "Il presidente ha gravemente messo in pericolo gli Stati Uniti e le istituzioni", si legge. "Ha minacciato l'integrità del sistema democratico e interferito con la pacifica transizione dei poteri. Ha quindi tradito il suo mandato come presidente, con evidente danno al popolo americano".

Nella risoluzione viene citata anche la telefonata al segretario di Stato della Georgia, il repubblicano Brad Raffensperger, per sollecitarlo a trovare abbastanza voti per ribaltare l'esito del voto nel Peach State. 

L'impeachment potrebbe essere votato dalla Camera dei Rappresentanti mercoledì 13 gennaio. Lo ha dichiarato alla Cnn il presidente della Commissione Regolamenti della Camera, Jim McGovern, il quale ha previsto che la procedura verrà approvata. "È molto importante che agiamo ed è molto importante che agiamo in maniera seria e deliberativa - ha aggiunto McGovern - Il presidente ha fatto qualcosa di inconcepibile e ne deve rendere conto".

L'azione è portata avanti dai deputati dem Jamie Raskin, Ted Lieu e David Cicilline e ha già ottenuto il sostegno di almeno 210 co-sponsor democratici.

Nei prossimi giorni altri due articoli di impeachment potrebbero essere sottoposti al voto della Camera, sotto la spinta della cosiddetta "Squad", il quartetto di deputate afroamericane che negli ultimi anni si è scontrato più volte con il presidente. Spicca, in particolare, l'impegno di Ilhan Omar, membro della Camera dei Rappresentanti per lo Stato del Minnesota, rifugiata somala, prima donna di religione islamica a essere eletta al Congresso, insieme alla collega Rashida Tlaib, e unica a portare il velo.

Omar, 38 anni, ha passato gli ultimi giorni a limare due articoli di impeachment contro il presidente: uno per abuso di potere per aver tentato di ribaltare i risultati delle elezioni in Georgia, l'altro per incitamento alla violenza per aver orchestrato un tentativo di colpo di Stato contro gli Stati Uniti d'America. Entrambi sono stati formalmente introdotti oggi, ha annunciato su Twitter la stessa Omar.

Il primo passo dei democratici, però, sarà formalizzare la richiesta al vicepresidente Mike Pence di invocare il 25esimo emendamento per rimuovere Trump, dichiarandolo "incapace di eseguire i compiti del suo incarico" dopo "la massiccia, violenta invasione del Campidoglio degli Stati Uniti" da lui stesso incitata. Nella risoluzione odierna si legge che "la Camera dei Rappresentanti chiede al vice presidente Pence di usare immediatamente i poteri della sezione 4 del 25esimo emendamento per riunire e mobilitare i principali funzionari dei dipartimenti esecutivi per dichiarare ciò che è ovvio alla nazione terrorizzata".

Hoyer chiederà che la risoluzione venga approvata all'unanimità, ma sicuramente la minoranza repubblicana si opporrà e si passerà alla votazione vera e propria.

La mossa del leader della maggioranza dem arriva dopo che la Speaker Nancy Pelosi, in una lettera inviata la notte scorsa ai deputati, ha detto di dare 24 ore di tempo a Pence per agire e rimuovere Trump, altrimenti la Camera procederà con il nuovo impeachment del presidente.

Il processo al Senato, prevedibilmente, verrà celebrato quando Trump sarà 'solo' un ex presidente, forse aspettando anche alcune settimane, quando il team di Joe Biden avrà già ricevuto tutte le conferme necessarie dall'Aula. L'obiettivo dei democratici, d'altronde, non scade: togliere a The Donald gli onori e le opportunità da past e next president.

Sulla questione interviene, dalle colonne del Washington Post, la ex candidata alla Casa Bianca Hillary Clinton, che sposa la causa dell'impeachment 'postumo' (contro un presidente non più in carica) ma avverte da pericoli ormai radicati. "Rimuovere Donald Trump è essenziale, penso serva l'impeachment... ma ciò non basterà a rimuovere dall'America il suprematismo bianco e l'estremismo". Secondo l'ex segretaria di Stato, vi è stata, come per l′11 settembre, una mancanza di "immaginazione" che ha impedito di capire per tempo "la gravità della minaccia". Così non ci si è resi sufficientemente conto "del danno che può essere fatto alla nostra nazione da un presidente che incita alla violenza, leader del Congresso che alimentano le fiamme e social media che accendono teorie cospirative nella testa dei sostenitori di Trump".

Su questo - come dimostra anche il dibattito in corso in Europa sul #TrumpBan - ci sono pochi dubbi: le sfide che devono fronteggiare le democrazie sono più grandi di un singolo uomo.

Giulia Belardelli