E' iniziato il conto alla rovescia per il Consiglio dei ministri in programma questa sera, a partire dalle 21,30, con all'ordine del giorno l'approvazione del Recovery plan, così come è stato "riveduto" secondo i suggerimenti (o per meglio dire il pressing incalzante) di Italia viva. Il testo del piano di aiuti Ue è stato inviato, ieri sera, in visione a tutti i partiti di maggioranza, dopo che i renziani avevano fatto la voce grossa per tutto il giorno lamentandone il ritardato arrivo. Tempi tecnici alla mano, una volta incassato il "semaforo verde", il Recovery sarà trasmesso alle Camere e quindi alle parti sociali prima di sbarcare a Bruxelles dove è atteso intorno alla metà febbraio. Ovviamente, al di là dell'importanza di approvare il piano di aiuti, tutti gli occhi questa sera saranno puntati su Matteo Renzi il quale, come più volte egli stesso ha annunciato in queste ore, potrebbe anche decidere di ritirare le ministre di Italia viva, Elena Bonetti e Teresa Bellanova dall'esecutivo, scatenando, in tal modo, la crsi di governo.

VERSO IL CONTE TER?
A quel punto al premier Giuseppe Conte non rimarrebbe altro che salire al Colle per consegnare le sue dimissioni nelle mani del Capo dello Stato. Un attimo dopo il presidente Sergio Mattarella avvierà un giro di consultazioni che potrebbe portare, secondo i soliti beninformati di turno, anche alla nascita di un Conte-ter, che dovrebbe materializzarsi nel giro di una decina di giorni. Insomma: una crisi lampo che di fatto, potrebbe tramutarsi in una specie di rimpasto, con la sostituzione di alcuni ministri. Toccherebbe poi al premier presentarsi alle Camere per ottenere la fiducia.

L'AZZARDO DELLA SFIDA IN AULA
Altra soluzione pure ipotizzata dagli esperti di cose politiche (e tra l'altro annunciata dallo stesso inquilino di Palazzo Chigi) è la sfida in aula, vale a dire il tentativo di Conte di presentarsi in Parlamento per sfidare i "fuoriusciti" renziani cercando i voti di fiducia tra i banchi dell'opposizione, senza dunque rassegnare le dimissioni. Una ipotesi, quest'ultima, rischiosa per le sorti dell'esecutivo giallorosso dal momento che, allo stato, la caccia ai "responsabili" non ha dato i frutti sperati e a palazzo Madama, tolti i senatori di Iv, i voti a disposizione non sarebbero sufficienti a salvare il Conte bis.

SISTO (FI): "CONTE? NON LO SOSTERREMO MAI" 
A tal proposito, proprio questa mattina, intervenendo alla trasmissione ''L'Italia s'è desta'' in oda sulle frequenze di Radio Cusano Campus, il deputato di Forza italia Francesco Paolo Sisto ha escluso categoricamente che il partito del Cavaliere possa appoggiare il governo. "Berlusconi forever and ever, è in gran forma, noi facciamo un'opposizione responsabile. Abbiamo scritto 240 pagine di proposte per il Recovery Plan. Abbiamo le idee molto chiare su ciò che si deve fare. Governo di unità nazionale? Noi il governo Conte non lo sosterremo mai, questo deve essere chiaro. Conte è un presidente del Consiglio impresentabile, uno che riesce a governare con Lega e Pd" ha detto il parlamentare azzurro.

ZINGARETTI (PD): "ERRORE POLITICO"
Nel frattempo, tra le fila della maggioranza, c'è chi prova a fare quadrato schierandosi per il prosieguo dell'avventura di governo. E' il caso di Nicola Zingaretti, segretario del Pd, il quale, ospite di Sky Tg24, ha lanciato un appello al buon senso: "Il Pd continua a chiedere un rilancio di governo ma una cosa è chiedere di rafforzarlo un'altra è farlo cadere" ha spiegato il numero uno del Nazareno. "Il Pd - ha proseguito il leader dei dem - ha promosso il rilancio, ma non significa mandare a casa il governo o provocare una crisi che il 99% italiani non capisce. È un grave errore politico". Senza considerare che, ha aggiunto ancora il governatore della regione Lazio, la crisi la sarebbe "un inaspettato regalo agli alleati di Trump Salvini e Meloni".

DI MAIO (M5S): "CRISI INSPIEGABILE"
Prima di Zingaretti, anche il ministro degli Esteri (e plenipotenziario dei 5Stelle) Luigi Di Maio, ha detto la sua, bollando l'ipotesi di crisi come "inspiegabile" e "poco interessante sia per gli italiani che per l'estero". Non solo perché siamo "nel bel mezzo di una pandemia e dobbiamo fare il decreto ristori. Ma anche perché questo è l'anno in cui l'Italia presiederà il G20 e in Italia ci sarà la conferenza globale sulla salute", ha rilanciato l'ex reggente pentastellato ad Agorà (in onda su Rai tre). "Queste sono ancora le ore per trovare un'intesa sui temi" ha concluso Di Maio.

FARAONE (IV):DA IRRESPONSABILI LASCIARE CONTE GOVERNARE COSI'
Ma "noi saremmo irresponsabili se non dicessimo le cose che non vanno, e se lasciassimo governare un governo e un presidente del Consiglio che rinvia i problemi anziché affrontarli". E' la replica di Davide Faraone, capogruppo di Iv al Senato, ad Agorà (Rai Tre). "I problemi sono rimasti lì. Il tema della scuola è rimasto lì, il tema dei trasporti è rimasto li'", ha elencato ancora il parlamentare renziano. "Non possiamo dover scegliere chi curare e chi no: se la linea guida del piano pandemico è questa allora continueremo a chiedere con forza il Mes. Non certo come condizione per uscire dalla maggioranza ma con la volontà di convincerla a utilizzare i 37 miliardi dei fondi europei che, lo ricordo, ci costano meno del Recovery. Se le risorse sulla sanità sono scarse, anche rispetto ai dati di oggi, la via maestra è investire di più, non certo essere obbligati a decidere tra chi salvare e chi no. Spero che su questo tutte le forze politiche siano d'accordo con noi" ha detto il presidente dei senatori di Italia Viva.