Giuseppe Conte vs Matteo Renzi. E viceversa. La crisi di governo aperta dal leader di Italia Viva vede di fronte due persone più simili di quanto si possa credere. In comune hanno in particolare una cosa: essere al governo, nella maggioranza, senza l’approvazione degli italiani. Né difatti il presidente del Consiglio né l’ex premier ricoprono i ruoli importanti che hanno per una scelta del popolo. Sono ‘figli’, insomma, dei soliti giochini della politica che alla fine non portano che danni. I nodi, alla fine, vengono sempre al pettine. Due primedonne, oggi, che si credono tali per via di un ego smisurato, di una supponenza innata. Assetati di potere.

Conte, nel corso del suo primo insediamento da primo ministro, si presentò come ‘l’avvocato del popolo’. Già, quel popolo che non lo ha mai votato. Renzi? È andato incredibilmente in seno all’ultima maggioranza perché altrimenti l’esecutivo non avrebbe avuto modo di nascere. E l’ex segretario del Pd è carta conosciuta: se gli dai un minimo potere (e qualche ministro) ti tiene per la gola. Ma diciamoci la verità: il problema dell’ultimo governo è insito nella sua nascita. Un governo nato nell’insegna degli inciuci dove i nostri eroi avevano un grande obiettivo. L’unico: occupare quante più poltrone possibili per potere e uno stipendio niente male. E poi via a un esecutivo alla ‘viva il parroco’.

Vi ricordate la ‘purezza’ e la coerenza dell’allora leader del MoVimento 5 Stelle Luigi Di Maio? “Noi mai con quelli di Bibbiano”, ossia con il Partito democratico. Ma al posto di tornare a vendere bibite allo stadio Diego Armando Maradona di Napoli (ex San Paolo), l’attuale ministro degli Esteri (purtroppo ci è toccato pure questo) sarebbe stato pronto a scendere a patti con chicchessia… anche con Clemente Mastella o uno Scilipoti qualsiasi (siamo curiosi di vedere le sue prossime mosse, a proposito). Coerenza, la forza grillina.

Così come quella del Pd: non è difficile trovare parole di fuoco di Nicola Zingaretti contro il M5S all’epoca che quest’ultimo era al governo con la Lega: “Noi mai con i grillini”… e poi eccoli insieme in maggioranza. Insomma, le premesse davvero non erano delle migliori. Se poi ci aggiungiamo due personaggi come Conte e Renzi che di riffa o di raffa devono lavorare insieme, il disastro è dietro l’angolo. Con il primo che in più occasioni è stato un uomo solo al comando, pretendendo in qualche modo i pieni poteri come per esempio in primavera ai tempi dei primi Dpcm, quando decideva tutto da solo senza chiedere nulla al Parlamento. Alla faccia della democrazia e della Costituzione. Ma anche lui, alla fine, è finito nelle grinfie di Renzi. Del tipo muoia Sansone con tutti i filistei. Che, per il leader di Italia viva, sono in particolar modo i grillini.

Infine, un’ultima considerazione. Questo governo non ha dato dimostrazione di essere in grado di fronteggiare in modo almeno sufficiente la pandemia. Laddove servivano luminari per ogni ministero, ci siamo trovati al governo persone approssimative, con pochissima competenza ed esperienza. Se ci troviamo a capo della Salute un laureato in Scienze Politiche, ci siamo detti tutto. E alla fine il Covid ci ha presentato il conto. Salato da pagare. In tutti i sensi.

Stefano Ghionni