Tutti uniti per il reincarico a Giuseppe Conte. Almeno tra le file della maggioranza giallorossa dove Pd, 5Stelle e Leu si sono schierati compatti al fianco del premier "dimissionario", ribadendo la necessità di allargare l'alleanza di governo per garantire un esecutivo più duraturo ed "affidabile". E proprio per raggiungere questo obiettivo, soprattutto nell'Aula di Palazzo Madama, dove i numeri sono risicatissimi, si stanno consumando, in queste ore, gli sforzi ed i tentativi di quanti stanno lavorando, anche sotto traccia, per mettere assieme un nutrito gruppo di "responsabili" o costruttori che dir si voglia, capaci, con il loro sostegno, di garantire stabilità al governo che verrà.

RESPONSABILI, IL LAVORO DEL MAIE
Il nuovo gruppo, che entrerebbe ufficialmente nella maggioranza andando a costituire la "quarta gamba" del Conte ter, dovrebbe vedere la luce sotto le insegne del Maie, il Movimento Associativo Italiani all'Estero di Ricardo Antonio Merlo, che al suo attivo vanta già 5 senatori. Ma neanche si esclude che i "volenterosi" possano ritrovarsi all'ombra del Centro democratico di Bruno Tabacci, a sua volta attivo, in queste ore, nel tentativo di dare vita ad un gruppo autonomo.

MAGGIORANZA ANCORA LONTANA
Fin qui i rumors sulle "grandi manovre" di Palazzo. La realtà, però, racconta ben altra cosa. Al di là, infatti, dell'ottimismo che pure trapela da certi ambienti della maggioranza, al momento lo "stato dell'arte" del Parlamento consegna un quadro diverso che non sembra (ancora) garantire il raggiungimento della quota di "maggioranza assoluta" capace di far tirare un sospiro di sollievo agli "aficionados" del Conte ter.

CONTE TER: NUMERI A RISCHIO IN SENATO
Di sicuro non nell'aula del Senato, dove i 161 sì necessari a "blindare" la fiducia all'esecutivo, appaiono piuttosto lontani. Di sicuro non raggiungibili qualora i 18 senatori di Italia viva volessero scegliere di schierarsi (e votare) con l'opposizione.

IL RUOLO DI ITALIA VIVA
E qui, manco a dirlo, torna in gioco Matteo Renzi, che continua per ora a mantenere un profilo basso (l'ex segretario del Pd riunirà i fedelissimi domani sera), anche se il suo partito fa sapere di non avere alcuna pregiudiziale nei confronti del reincarico a Conte per dar vita a un nuovo governo purché, è la condizione posta, questo "sia solido e abbia un programma definito e all'altezza" delle sfide che attendono il paese. A partire dal Recovery fund.

5S CONTRO IL "REINTEGRO" DI IV
Ora, che la maggioranza debba necessariamente essere allargata lo sanno bene sia il Pd che M5S e Leu. Il problema, semmai, sorge proprio sul ruolo di Italia viva che quella crisi ha provocato, ritirando la propria rappresentanza ministeriale dal governo. I grillini, è risaputo, continuano a mettersi di traverso, bocciando il ritorno del "figliuol prodigo" Renzi. "Siamo e restiamo al fianco di Giuseppe Conte. Riteniamo che sia l'unica persona che in questa fase storica possa rappresentare la sintesi e il collante di questa maggioranza. Maggioranza che deve essere consolidata e rinforzata", sbotta il reggente Vito Crimi.

DAL PD MANO TESA AI RENZIANI
Il Pd, invece, considera, nelle parole della vicepresidente Deborah Serracchiani, la crisi aperta dall'ex rottamatore "incomprensibile" ma ritiene che "Conte sia il punto di sintesi e di equilibrio". E che ora occorra "lavorare ad un governo nuovo, con una maggioranza europeista, ampia e solida, per le sfide che abbiamo davanti". Possibilmente anche con Iv. Perché, è l'assunto: "le maggioranze si fanno in Parlamento e Italia viva ha i suoi gruppi sia alla Camera che al Senato e bisogna fare i conti anche con Iv".

LA POSIZIONE DI LEGA, FDI E FI
Insomma, "se Renzi non mette veti su nessuno noi non mettiamo veti su nessuno", è il parere della parlamentare dem. Intanto, in vista delle consultazioni del presidente Mattarella che inizieranno già a partire da domani, il centrodestra prova a fare quadrato con la Lega e FdI che invocano il ritorno alle urne dichiarandosi contrari a qualsiasi altra ipotesi. Mentre Forza Italia, tra le due opzioni possibili, indica anche il varo di un governo di unità nazionale.

APPELLO PER GOVERNO CON BASE SOLIDA
"L'Italia ha bisogno di un governo con una base parlamentare solida e non una maggioranza raccogliticcia" è il mantra di Salvini, Meloni e Berlusconi che fanno anche sapere di essere pronti a garantire e sostenere "in Parlamento tutti i provvedimenti a favore degli italiani".