La previsione del Centro Studi della Confindustria è piuttosto incoraggiante, ma è vincolata al buon andamento della campagna vaccinale. Solo se l'immunizzazione raggiungerà una fetta consistente della popolazione e si instaurerà un clima di fiducia, infatti, in Italia si vedranno i segnali di un'inversione di tendenza.

"Il recupero del PIL italiano è posticipato, una vera ripresa si potrebbe avere solo da metà 2021 se la vaccinazione abbatterà l’emergenza sanitaria e farà ripartire i consumi", si legge nel report. "Più ampia a inizio 2021 la forbice in Italia tra servizi ancora in crisi e industria che regge, con andamenti divergenti anche nelle corrispondenti dinamiche dei prezzi al consumo".

"Per l’export italiano - prosegue la nota - lo scenario è un po’ migliorato, sulla scia di scambi mondiali in lenta espansione, mentre le principali economie dell’Eurozona hanno chiuso il 2020 meno peggio del previsto. I tassi sovrani a gennaio restano moderati per l’Italia, poco sopra i minimi, nonostante la nuova instabilità politica e solo grazie ai massicci acquisti di titoli effettuati dalla BCE. Nel 2020 in Italia l’impatto della crisi sanitaria è stato molto vario tra settori e tipologie di imprese, molte delle quali hanno accumulato più debito ma non hanno potuto usarlo per nuovi investimenti".