Oggi la polizia russa ha arrestato - in oltre 35 città del Paese - oltre 2mila attivisti che partecipavano alle proteste per chiedere la liberazione del critico del Cremlino Alexei Navalny, attualmente in carcere. Le prime proteste si sono svolte in Estremo Oriente, compresa la città portuale di Vladivostok, dove diverse dozzine di persone si sono radunate nella piazza centrale nonostante le forze dell'ordine l’abbiano chiusa prima della manifestazione. Fermata anche la moglie del dissidente, Yulia Navalnaya, colta insieme a un gruppo di manifestanti dirigersi verso il carcere di Matrosskaya Tishina di Mosca, dove è attualmente detenuto il marito, così come riporta la tv Dozhd.

I filmati dell'agenzia di stampa AFP di Vladivostok hanno mostrato dozzine di persone in fuga dalla polizia sulle acque gelate della baia di Amur. I video pubblicati online hanno mostrato i manifestanti che venivano trascinati sugli autobus dalla polizia. La maggior parte dei giovani è stata vista ballare e cantare: “Libertà per la Russia”.

Nonostante le autorità aumentino la pressione sull'opposizione con arresti, gli assistenti di Navalny, fra i più noti critici del presidente della Federazione Russa Putin, hanno chiesto nuove manifestazioni a livello nazionale prima del processo del leader dell'opposizione che inizierà martedì. Con una mossa senza precedenti la polizia nella capitale ha annunciato la chiusura di sette stazioni della metropolitana e ha detto che la circolazione dei pedoni sarebbe stata limitata nel centro della città.

Navalny, 44 anni, è stato arrestato il 17 gennaio dopo essere tornato in Russia dalla Germania, dove aveva trascorso cinque mesi a riprendersi da un avvelenamento da agenti nervini. La sua detenzione ha scatenato proteste a livello nazionale in circa 100 città la scorsa settimana. Quasi 4.000 persone sono state portate in carcere.