di SANDRA ECHENIQUE
Dalla Sicilia con l'amore per la gastronomia che non ha mai abbandonato per tutta la sua vita. Tomaso Maggiore, siciliano verace, il suo primo ristorante in Arizona lo aveva aperto nel 1977 a Phoenix. Da quel giorno durante quattro decadi altri 50 locali sono nati sotto la sua passione, le sue mani la sua inventiva tra l'Arizona e California: ristoranti che hanno portato negli Stati Uniti l'autentica cucina italiana. Tomaso Maggiore se n'è andato a 73 anni, sconfitto da un brutto male, ma il nome dello chef siciliano continuerà indelebile a regalare piatti speciali attraverso il 'The Maggiore Group' la società che aveva fondato per raccogliere sotto un unico tetto le sue creature. A portare avanti l'eredità dello chef/imprenditore italiano ci penseranno infatti in particolare i figli Joey e Melissa che subito dopo l'addio al padre hanno annunciato anche la creazione della 'The Tomaso Maggiore Culinary Education Scholarship' una borsa di studio per onorare e ricordarne l'attività e la passione. Tomaso Maggiore ha incarnato l'American Dream, il sogno americano. Nato e cresciuto in Sicilia, la famiglia produceva vino e aveva aperto un ristorante che andava avanti fino a quando... il vino non era finito e poi chiudeva aspettando la prossima vendemmia. La mamma era la cuoca. "Poteva cucinare e far diventare buona anche un suola di scarpa" diceva Tomaso. Poi emigrò negli Stati Uniti, il suo primo ristorante a New York fino a quando un cliente lo incoraggiò a visitare l'Arizona. Lasciò New York a gennaio, sotto la neve e quando arrivò a Phoenix non trovò altro che sole. "Fu amore a prima vista" raccontava. E anche per aprire il primo ristorante ci mise poco, l'inizio della sua grande avventura. Alla figlia Melissa, per le sue nozze, regalò un ristorante a Carlsbad in California e adesso lei, per ricordare il padre a Scottsdale, in Arizona, presto inaugurerà The Italian's Daughter. Tomaso durante la sua vita ha tenuto intatti i legami con l'Italia e la Sicilia in particolare: quando tornava nella sua terra, almeno due, tre volte l'anno per visitare la famiglia, si sedeva spesso a Bagheria dal mitico 'Don Ciccio' oppure andava  a mangiare da 'Francu u' piscaturi' a Porticello. E quando nel 2016 e 2017 il terremoto colpì l'Italia centrale portando la distruzione anche ad Amatrice, Maggiore subito si attivò per dare un aiuto a quelle popolazioni così colpite dedicando parte del ricavato di un suo piatto 'Bucatini All Amatriciana'. Durante la sua vita di chef, ristoratore, imprenditore di successo Tomaso Maggiore ha servito oltre 2 milioni di clienti fornendo quasi 10.000 posti di lavoro superando le 300.000 polpette. Tanti ristoranti, ancora di più ovviamente i piatti, tutti sotto la grande cupola della cucina italiana, con tante idee che hanno sempre attirato la clientela. Una delle più curiose quando qualche anno fa, una volta la settimana ci si poteva sedere ai suoi tavoli cenando con un menù di 40 anni prima, ma anche i prezzi di un tempo. Vibrante personalità, senso dell'umorismo, altruismo, grande cuore siciliano sono state le sue caratteristiche ovviamente accanto alla capacità di far mangiare bene chiunque. Ristoranti ma anche altre attività legate al mondo della gastronomia creando anche il proprio vino: Souther Italy Red Luxus Reserva, con le uve del vigneto che possedeva in Sicilia. Il successo non lo aveva cambiato e trovarlo nella cucina dei suoi ristoranti a cucinare le sue celebri polpette era la cosa più facile. Durante la sua carriera ha ricevuto innumerevoli riconoscimenti tra cui per tanti anni il 'Best Italian Restaurant' dalla Arizona Restaurant Association, poi il 'Food Pioneer Award' e tanti altri ancora e la sua grande eredità sarà portata avanti dai figli Joey e Melissa in attesa chissà che tra un po' anche i cinque nipotini Marcella, Giuliana, Tomaso, Melina e Francesco possano iniziare a seguire le orme indelebili lasciate dal nonno.