di Matteo Forciniti

“Non è stata una festa come tutti gli anni per colpa della pandemia”. Parla con un po’ di tristezza Lucia Freire al termine della cerimonia in onore di San Ciro, santo protettore di Atena Lucana (Salerno) il cui culto è stato portato in Uruguay nel secolo scorso dalla numerosa comunità radicata nel paese sudamericano.

Domenica a Montevideo la Parroquia Nuestra Señora De La Asuncion Madre De Los Migrantes ha ospitato uno dei due tradizionali appuntamenti con una messa in onore del santo che questa volta però è stata molto diversa a causa dell’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus: “Eravamo pochissimi italiani perché le persone più anziane hanno preferito evitare di venire per precauzione. Non abbiamo fatto la processione, né portato la banda musicale. Non sono neanche arrivati i calendari dall’Italia come tutti gli anni, ne abbiamo fatti noi solo alcuni. Siamo stati presenti mantenendo la tradizione ma a dire il vero è stata una festa del tutto anomala, senza quella grande partecipazione che la caratterizzava”.

Non è stato solo il coronavirus a rendere atipica la festa di Montevideo. Per la prima volta il grande assente è stato Giuseppe Marino, l’instancabile organizzatore scomparso alcuni mesi fa alla venerabile età di 98 anni. Fino a pochi anni fa era ancora lui il principale artefice di questa festa a cui ha dedicato anima e corpo per tutta la vita riuscendo a trasmettere l’impegno alla nuova generazione guidata dalla giovane Lucia Freire: “Per il momento vogliamo solo pensare che non è venuto perché restava a casa riguardandosi dal Covid, anche se lo abbiamo ricordato nella messa. Sicuramente a maggio si sentirà molto di più la sua mancanza”.

 

Nato intorno all’anno 250 in Egitto ad Alessandria, Ciro era un medico che curava gratuitamente i poveri e gli indigenti incitandoli a trovare conforto nella fede e nella preghiera. Fu ucciso durante l’epoca dell'imperatore Diocleziano, il 31 gennaio del 303, in un peridio nel quale la Chiesa Cattolica subiva una sanguinosa persecuzione. Ad Atena Lucana il culto di San Ciro si sviluppò a partire dalla prodigiosa guarigione avvenuta nel 1863 quando una giovane in fin di vita, Marianna Pessolano, risultò completamente guarita dinanzi alla statua del religioso. Michele Pessolano, padre della miracolata, fece costruire una statua in ringraziamento del santo quello stesso anno.