Il mondo cambia, in fretta anche tra le lingue. Le università si adeguano, anzi tracciano i nuovi percorsi di apprendimento. Un nome su tutti: UCLA, University of California Los Angeles, uno degli atenei più conosciuti negli Stati Uniti e anche nel mondo. Per i propri corsi, programmi, ma anche per le squadre che nello sport hanno fatto storia. Così quando si dice UCLA ecco che tutti si voltano, per ascoltare. E succede anche in un settore particolarmente importante: quello delle lingue.
E proprio da UCLA parte un nuovo percorso: i programmi di lingua e cultura europei, tedesco, francese e sì anche italiano, un tempo dominanti, hanno lasciato il posto a una rapida ascesa dello spagnolo, e questo in particolare negli Stati Uniti è chiaramente comprensibile, e alle lingue asiatiche. Riflettono la demografia e gli interessi non solo culturali, ma globali degli studenti del 21º secolo. Da una indagine pubblicata sul Los Angeles Times, realizzata da Teresa Watanabe, risulta che la lingua in maggior ascesa alla UCLA sia il coreano, frutto anche, ma non solo, della K-Pop culture che riflette nel mondo della musica.
Se questo è un dato di fatto, lo è anche, a livello nazionale, la sospensione, meglio definirla chiusura definitiva, di tanti programmi linguistici europei. Ecco allora che UCLA, che può anche essere definita una università con lo sguardo e i corsi proiettati nel futuro, ha deciso di ridefinire la propria struttura. In questo modo le lingue tedesca, francese, italiana e le scandinave sono state fuse in un unico dipartimento che d'ora in poi avrà una inclinazione transculturale.
"Le famiglie degli studenti - ha spiegato in maniera chiara Dominic Thomas, docente alla UCLA per gli studi francofoni -  spesso rivolgono ai loro ragazzi domande pragmatiche del tipo 'Che diavolo di intenzione hai di fare con una laurea in francese?" Ecco che allora il nuovo dipartimento di lingue europee e studi transculturali cercherà di esaminare in maniera più approfondita questioni scottanti come l'immigrazione, razzismo e diritti umani, percorsi nuovi che toccheranno la tecnologia digitale, ambiente, affari urbani e medicina e sanità.
E un esempio arriva proprio nel settore Italia: se un tempo, poco tempo fa, un major in italiano si sarebbe limitato alla lingua, storia e cultura, oggi si studiano la crisi migratoria e dei rifugiati che è diventata imponente in questi ultimi anni. E lo si fa attraverso la visione e l'ascolto di film in inglese, tedesco, francese e ovviamente anche italiano. Si confrontano le politiche che hanno diretto l'accoglimento dei migranti o quelle che al contrario li hanno respinti.
"Si cerca di insegnare quello che è più pertinente - ha aggiunto Mr. Thomas - con il mondo in cui viviamo e lo si riflette attraverso la diversità dei soggetti, geografia e persone rispetto a un passato dove, ammettiamolo, questi dipartimento insegnavano su... uomini bianchi morti". Una rivoluzione culturale che utilizza le lingue a proprio modo. "UCLA - ha aggiunto Paula M. Krebs che a New York dirige il Modern Language Association - non è il solo ateneo ad affrontare le sfide degli studi europei, ma lo fa con innovazione". A livello nazionale college e università hanno tagliato 651 programmi di lingue straniere e i maggiori cali hanno coinvolto francese, spagnolo, tedesco e italiano secondo i dati 2019 della Association. Se la diminuzione delle lingue tradizionali europee è molto accentuato e UCLA può solo confermalo, dall'altra parte per le asiatiche si assiste a un autentico boom: +8.000% per giapponese e cinese che diventa +53.000% per il coreano.
Restrizioni, ma anche nuovi impulsi, come ad esempio successo alla Montclair State University nel New Jersey che ha pensato di collegare il programma di studi di italiano alle imprese tricolori che hanno la propria sede a New York e così gli studenti possono usare la lingua durante gli stage. Ma sono anche eventi sociali che possono rilanciare la/le lingue: un caso recentissimo il 'white supremacy', il suprematismo bianco negli Stati Uniti che ha acceso la curiosità degli studenti sull'Europa, il fascismo e il nazismo. "Mai visto così tanti studenti venire da me - ha detto Todd Presner docente di lingue tedesche alla UCLA - dicendomi che dovevano capire quello che era successo negli anni '20, '30 in Germania, ma anche in Italia e Spagna".
di SANDRA ECHENIQUE