L'Organizzazione Mondiale della Sanità, attraverso il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, fa sapere dall'inizio dell'anno il numero dei contagi da covid si è quasi dimezzato e che è in calo per la quinta settimana consecutiva. Nei primi 10 giorni di gennaio si erano registrati più di 5 milioni di casi in tutto il mondo, poco più d'un mese dopo sono diminuiti a 2,6 milioni. Ciò che preoccupa in questa fase sono le varianti del virus.

LA VARIANTE INGLESE IN ITALIA

L'Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato la relazione tecnica della prima indagine sulla variante inglese del virus SARS-CoV-2.
Il risultato dell'indagine, condotta dall’Iss e dal ministero della Salute insieme ai laboratori regionali, dice che nel nostro Paese, così come nel resto d’Europa (in Francia la prevalenza è del 20-25%, in Germania è sopra il 20%), c’è una circolazione sostenuta della variante, che probabilmente è destinata a diventare quella prevalente nei prossimi mesi. A livello nazionale la stima di prevalenza della cosiddetta "variante inglese" del virus Sars-CoV-2 è pari a 17,8%.

“Nei prossimi giorni l’indagine sarà ripetuta, per verificare la velocità di diffusione della nuova variante. Il virus muta continuamente e sono già state isolate centinaia di varianti, anche se la maggior parte di queste non cambia le caratteristiche del virus. La vigilanza deve restare alta però per individuare, come viene già fatto, quelle che potrebbero peggiorare la situazione in termini di trasmissibilità, sintomatologia o sensibilità nei confronti di vaccini e anticorpi, tenendo presente che questi ultimi possono essere comunque modificati per adeguarli alle versioni più pericolose” si legge sul sito del ministero della Salute.

L'ALLARME DI GALLI

L'infettivologo e primario dell'ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, lancia l'allarme: “Ho il reparto invaso dalle nuove varianti. E' un problema che riguarda tutta l'Italia, il lockdown non sarebbe esagerato”.