È un viaggio virtuale, colpa della pandemia, ma quello che raccontiamo è tutto vero. Siamo partiti da Chicago dove Cristoforo Colombo con le sue statue è in esilio forzato, in città non c'è più, cacciato nottetempo, ma lo si può trovare nella blacklist dei monumenti creata dal sindaco riformista (di cosa?) Lori Lightfoot. Adesso, spostandoci per quasi 1300 chilometri, da una città che una volta era italiana siamo arrivati alla 'tricolore' per eccellenza: New York. E qui Cristoforo Colombo, che poi è Columbus Circle, c'è ancora. Ma com'è cambiato rispetto solo a qualche mese fa. Un tempo, non troppo lontano, l'area della fontana sotto alla statua che raffigura il navigatore genovese era meta di chi si voleva sedere all'aria aperta, mangiare magari il lunch nella pausa pranzo del lavoro. E i fatti più 'drammatici' che succedevano lì sotto erano i colpi degli skateboard dei ragazzini che saltavano di qua e di là oppure qualche homeless che approfittava dell'acqua per darsi una lavata.

Quasi dieci anni fa, 2012 per la precisione, un artista giapponese Tatzu Nishi, aveva costruito uno spazio attorno alla scultura di marmo opera di Gaetano Russo e che risale al 1892, un attico temporaneo, che ebbe gli onori delle cronache mondiali, che precedette il restauro del monumento. Altri tempi. Già perchè lo scorso giugno ai piedi della statua è arrivata la polizia e da quel giorno, accompagnata dalle transenne, non se n'è più andata. NYPD con i suoi agenti è lì 24 ore al giorno, con un'auto di servizio e in questo modo Columbus Circle può evitare gli assalti, notturni e diurni dei... pacifici protestanti, ma da meta dei cittadini di New York per passare qualche ora di svago si è trasformata in un luogo quasi inaccessibile. Tutto è cambiato da quando sono iniziate le marce per l'uccisione a Minneapolis di George Floyd. Da quel momento gli attivisti hanno cominciato a esigere la demolizione del monumento e non si è riusciti a fare di meglio che mettere la statua sotto protezione (almeno questo).

Ma Colombo non è solo in questa nuova America dove le statue sono da proteggere: tanti altri monumenti hanno subito la stessa sorte, tanto a pagare la follia dei dimostranti sono solo i contribuenti. Non è stato reso pubblico il costo di questa continua protezione, ma si tratta di centinaia di migliaia di dollari. È il racconto di Christopher Breslin sul 'West Side Rag', giornale/blog online che riporta quello che succede nell'Upper West Side di Manhattan scritto da chi in quelle strade ci vive. "Nessuno sa quando questo finirà - ha riportato un ufficiale di polizia addetto al pattugliamento - ma non sarà presto". Più preciso il suo collega. "Ci vorrà molto tempo, su questo non ci sono dubbi".

Sono agenti della forza antiterrorismo della polizia di New York che hanno l'incarico di proteggere Cristoforo Colombo. Ma attorno alla statua, tra chi ci abita e chi ci viene magari per fare shopping, le opinioni divergono, a volte in maniera completa su quello che dovrebbe essere il destino della statua. "E ora che se ne vada quel monumento...". "Mettiamolo in un museo e spieghiamo ai bambini i due lati della storia...". "No. Bisogna tenerlo la storia non si può cambiare...". "Non è per questo che storia si chiama così? Deve restare".

L'amministrazione Bill de Blasio, valigia già pronta fortunatamente per i newyorkesi il mandato è in dirittura di arrivo, nel 2017 aveva pensato di smontare Colombo in pezzi per commissionare un nuovo monumento dedicato ai nativi americani. Ma il Governatore Andrew Cuomo, Democratico come il sindaco, in un attimo di lucidità si era opposto (i due non vanno d'accordo, nemmeno per le questioni che dovrebbero unirli). Poi nel 2018 l'inserimento di Columbus Circle nello State Register, mentre Gabe Friedman lanciava una delle innumerevoli petizioni su Change.org per dare un nuovo nome a Colombus Circle: risultato? Appena 14.784 firme.

E se Betty Lyons, direttore esecutivo dell'American Indian Law Alliance ha attaccato pesantemente Cuomo, Angelo Vivolo, presidente del The Columbus Heritage Foundation non vede alternative. "Deve rimanere. Non si può attaccare Colombo per quello che succedeva allora". Non se la devono prendere nemmeno con Gaetano Russo, lo scultore, e quel giorno del 1892, 400º anniversario del viaggio del navigatore nelle Americhe per quel regalo che la comunità italo-americana decise di fare alla città di New York.

Roberto Zanni