di ROBERTO ZANNI
Philadelphia è la città di Rocky, per il cinema. Balboa, interpretato da Sylvester Stallone, era italo-americano e la storia di Philadelphia, Philly, è stata accompagnata da tanti connazionali che lì si sono fermati per il loro American Dream. Oggi invece Philadelphia, è successo appena qualche settimana fa, ha cancellato il Columbus Day trasformandolo in Indigenous People's Day, ordine del sindaco Jim Kenney. "Sostengo fermamente un giorno per la celebrazione delle nostre popolazioni indigene - ha dichiarato il Councilmember Mark Squilla - ma al tempo stesso sono contrario al fatto che questa ricorrenza ne sostituisca un'altra già esistente e che celebra l'eredità italo-americana. L'ordinanza del sindaco è scoraggiante e rappresenta un affronto personale alla comunità. Trovo immorale prendere un giorno da un gruppo designato per la celebrazione, la cultura e il patrimonio degli immigrati e darlo a un gruppo culturale differente, Credo che questa azione porterà a più conflitti e divisioni nella nostra città e nel Commonwealth. Questo cambiamento è visto come un riconoscimento dei secoli di razzismo istituzionale e di emarginazione imposti ai neri americani, indigeni e altre comunità, ma anche gli italo-americani erano perseguitati e hanno sopportato il razzismo in questo Paese nel corso della storia". A Philadelphia il Columbus Day si era celebrato dal 1869 e la tanto contestata statua raffigurante il navigatore genovese fu scoperta a Fairmount Park dieci anni dopo, nel 1876 e poi, passato un secolo, ricollocata a Marconi Plaza (dove poi l'estate scorsa è stata difesa dagli attacchi della folla). Oggi la grande maggioranza degli italo-americani di Philadelphia, in particolare nel sud della città, credono ancora che Colombo rappresenti la loro eredità e sia ancora il simbolo delle persecuzioni subite nel corso della storia negli Stati Uniti. Squilla ha poi ricordato momenti particolarmente sofferti da parte degli italo-americani. "Durante la Seconda Guerra Mondiale - ha aggiunto - nonostante oltre 500.000 stavano combattendo per gli Stati Uniti centinaia di migliaia furono perseguitati sul nostro territorio, il Governo li ha presi nelle loro case per internarli nei campi di prigionia, altri hanno dovuto sottostare al coprifuoco, confische e sorveglianza. Poi nel 1942 il presidente Franklin Delano Roosevelt ha rimosso la designazione di 'Enemy Aliens' che era stata data agli italo-americani". Nemmeno dimenticato il linciaggio di New Orleans del 1892 in seguito al quale poi il presidente Benjamin Harrison propose la celebrazione nazionale che oggi è stata cancellata. "Questa decisione - ha concluso - dovrebbe essere revocata e la città dovrebbe lavorare congiuntamente con gli italo-americani e i nativi per celebrare entrambi i patrimoni in giorni differenti". Ma è la 'cancel culture' e non si ferma e la dimostrazione più lampante... è più di una. Non solo il giorno, ma anche la celebre statua di Cristoforo Colombo di Marconi Plaza, ricoperta da pannelli di legno è in attesa di essere rimossa, decisione della città. Ma qualche settimana fa, giusto alcune ore, Colombo ha potuto rivedere la luce in seguito all'ordine di un giudice che ha chiesto il disimballaggio per una ispezione di un esperto, incaricato di un team legale che si oppone alla delibera. "Questa revisione - il comunicato dell'amministrazione di Philadelphia del sindaco Jim Kenney - non cambia la nostra intenzione di andare avanti con il piano di rimozione dopo che saranno soddisfatte le condizioni stabilite dalla Philadelphia Historical Commission and Art Commission". E proprio la seconda commissione aveva stabilito che la statua rappresentava "una minaccia per la sicurezza pubblica se fosse rimasta nel parco dove poteva essere danneggiata". Ma George Boschetto, avvocato che rappresenta South Philadelphians ha iniziato la battaglia legale, sostenendo tra l'altro che la statua, realizzata 144 anni fa, è fragile e potrebbe rimanere distrutta in caso di rimozione.