di Fabio Porta 

Il ritorno di “Gente d’Italia” nelle edicole con la sua tradizionale edizione cartacea è  la prima buona notizia per gli italiani nel mondo di questo 2021. Se il buongiorno si vede dal mattino, dovremmo essere ottimisti e fiduciosi, anche se il perdurare della pandemia e le lentezze della campagna di vaccinazione ci indurrebbero ad una motivata prudenza.   

Eppure, qualche altro motivo di moderato ottimismo esiste, a cominciare dalla larga fiducia ottenuta dal nuovo Presidente del Consiglio Mario Draghi, al quale un saggio Presidente Mattarella aveva opportunamente conferito l’incarico per formare il nuovo governo.   

Con la stessa fiducia e lo stesso ottimismo vogliamo augurare al Direttore Mimmo Porpiglia e ai suoi validi e instancabili collaboratori tutto il successo che “Gente d’Italia” merita; quel successo che le fu riconosciuto pubblicamente proprio dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel corso di una emozionante iniziativa alla “Casa d’Italia” di Montevideo.   

Sono grato e riconoscente a “Gente d’Italia” per essere stata nel corso di tutti questi anni una voce coraggiosa, indipendente e competente a servizio degli italiani all’estero, con una speciale attenzione alla grandissima collettività che vive in Sudamerica. Nel panorama sempre più scarno degli organi di informazione dell’Italia nel mondo, la caparbietà di questo quotidiano fa onore al suo Direttore ma anche a tutti coloro che hanno continuato a credere nel suo progetto nato oltre due decadi fa.   

Sono certo che “Gente d’Italia”, anche grazie alla sua veste rinnovata e ai suoi contenuti multimediali, continuerà ad aumentare la platea dei suoi lettori in tutto il mondo e raggiungerà presto il traguardo del quarto di secolo affermandosi come il principale riferimento informativo per l’altra Italia, quella che vive fuori dai confini nazionali.   

Il mio augurio finale al giornale e al suo Direttore è così quello di affrontare con la determinazione che li caratterizzano questa nuova sfida: la scommessa di una comunità che non si piega di fronte a calcoli meschini di convenienza e che non rinuncia a prendere nuovamente in mano il sogno di milioni di emigrati, orgogliosamente consapevoli di poter dare al nostro Paese più di quello che hanno ricevuto.  Bentornata, “Gente d’Italia”!