Ieri è stato ufficialmente svelato il percorso della prossima edizione del Giro d'Italia, la mitica Corsa Rosa. In calendario dall'8 al 30 maggio, porterà la carovana di ciclisti da Torino e Milano dopo tre settimane di frazioni in linea e a cronometro da nord a sud della Penisola. Insomma... da nord a centro, al massimo. Al sud giusto una toccata e fuga.
Ecco cosa scrive a riguardo il giornalista Angelo Forgione: "Premessa: il prossimo Giro d'Italia di ciclismo, appena presentato, sarà celebrativo dei 160 anni dell'unità d'Italia. Guardi il percorso a tappe sullo Stivale e ti accorgi che la carovana rosa della Gazzetta dello Sport scenderà dalle regioni del Nord verso Sud per non restarci. Giusto un salto in Puglia e in Campania e poi il dietro-front, subito verso nord… di corsa. Insomma, ci risiamo! Il prossimo Giro, ancora una volta, sarà il giro del Centro-Nord Italia".
L'analisi di Forgione continua: "È chiaro che il Giro sia un business basato sugli sponsor ma anche sulle disponibilità economiche dei Comuni, anche stranieri talvolta, che si aggiudicano le tappe pagando, così portandosi a casa la ribalta. I comuni del Mezzogiorno, evidentemente, non hanno da investire, con buona pace degli appassionati di ciclismo del Sud. E però, visto il percorso, ci vuole fegato a celebrarci l'Unità. Gli organizzatori avvisano che è stato studiato per omaggiare la Storia della Nazione. Ma davvero? Niente Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna, oltre a Liguria e Val d'Aosta. Come dire che il profondo Meridione e le Isole non appartengono alla Storia d'Italia".
Quindi l'amara conclusione: "L'unità d'Italia? Certo, si capisce bene dalla partenza da Torino e dall'arrivo a Milano, con incursione al Sud, in Campania e Puglia, quasi come se fosse una sortita all'estero. E allora è del tutto inopportuno dedicare questa corsa all'Unità. Per i meridionali sa proprio di presa... in Giro".