Inutile girarci intorno. Siamo come nel gioco del Monopoly. A un anno di distanza dal primo lockdown, la sensazione è che si è tornati punto a capo. L’Italia sta soffrendo parecchio quella che può essere definita come la terza ondata può portare a una nuova chiusura totale, dopo quelle già effettuate un po’ a macchia di leopardo all’interno del BelPaese. Situazione molto complicata per esempio in Lombardia: per Guido Bertolaso, consulente della Regione per la campagna vaccinale, i dati non possono fare dormire sonni tranquilli e lo rendono in un certo modo avvilito: “Le statistiche dell'andamento epidemiologico sono estremamente preoccupanti. Abbiamo un paio di province che sono in zona rossa a tutti gli effetti. All'ospedale in Fiera abbiamo 57 pazienti in rianimazione, all'ospedale di Brescia sono 30”.

Nel mirino dell’ex numero uno della Protezione civile anche il sistema di vaccinazioni che sta facendo registrare non pochi problemi: “Il problema delle prenotazioni e convocazioni per gli over 80 continua a funzionare male e creare equivoci e ritardi, stamattina ho ricevuto la mail di una signora che lamentava di ave ricevuto ieri sera tardi il messaggio per vaccinarsi il giorno dopo”. Ma Bertolaso è andato molto oltre, prevedendo restrizioni da nuovo lockdown generalizzato in tutta Italia, fatta eccezione per la Sardegna: “A me sembra che tutto il Paese, tranne la Sardegna, si stia avvicinando a passi lunghi verso la zona rossa. La Lombardia, per quello che ha passato nei mesi scorsi, è più vulnerabile rispetto ad altre regioni, ma non sono preoccupato per questa regione, piuttosto per altri territori”.

La soluzione è una e una soltanto, vaccinarsi il più possibile.” L'ho detto anche ai miei colleghi, al terzetto straordinario che da Roma ci deve guidare a cogliere queste sfide. Loro stanno lavorando ventre a terra, qui bisogna correre. Ad esempio bisognerebbe usare una sola dose per fermare questa incidenza per epidemia e accelerare le procedure per i vaccini che sono ancora in fase di registrazione”. E da questo punto di vista Bertolaso è andato giù pesante: “Bisogna affrontare tutta una serie di problematiche. Per esempio bisogna andare a Bruxelles e battere i pugni per terra, essere più aggressivi. Perché i vaccini vanno a Dubai e non in Italia. C’è da fare un grosso lavoro sul quale chiedo che si sia tutti impegnati a livello di governo nuovo”.

E poi ancora: “Il crollo delle ospedalizzazioni e di ricoveri in terapia intensiva tra gli anziani delle Rsa che sono stati vaccinati e anche tra i medici che sono stati vaccinati è la prova provata che solo vaccinando risolviamo questa emergenza e non andando a fare comunicati stampa, proteste, o pretendendo di andare a fare la propria attività formativa in qualche altro settore”. In soldoni, per Bertolaso bisogna fare presto: “Si può fare molto di più rispetto a quello che stiamo facendo per dare uno scossone a questa situazione”. Bertolaso ha comunque aggiunto che ci sono anche aspetti positivi: “Nelle RSD, ad esempio, sono stati vaccinati tutti i disabili. Ieri tramite l'invio di un'equipe in elicottero è stato possibile vaccinare persone di Parzanica (BG) che, a causa di una frana non si possono spostare".

Stefano Ghionni