Una notizia che è un po’ una bomba quella pubblicata ieri dal ‘Financial Times’: l’Italia ha bloccato una spedizione del vaccino anti-Covid-19 di AstraZeneca-Oxford destinata all’Australia. In pratica, bisogna fare di necessità virtù e dunque le preziose fiale (250 mila) non prenderanno il volo per la terra dei canguri, ma rimarranno all’interno del Vecchio Continente. Una decisione, quella presa dal governo presieduto da Mario Draghi, annunciata venerdì scorso alla Commissione europea. Una vera novità, dato che si tratta del primo caso in Ue di blocco di esportazione di dosi. Inutile dire che questo provvedimento è nato dalla prima considerazione del permanere della penuria di vaccini nella Ue e in Italia e i ritardi nelle forniture dei vaccini da parte di AstraZeneca nei confronti dell'Unione e del BelPaese.

TUTTO IN REGOLA E CON L'ASSENSO DELL'UNIONE EUROPEA. E che l’Australia è comunque considerato un Paese “non vulnerabile”. Meglio, dunque, destinare queste 250mila dosi a chi le può utilizzare quanto prima senza magari doverle successivamente aspettare. Tutto regolare e con l’assenso dell’Ue: si è ricorso alle nuove regole introdotte dalla stessa Ue per impedire l'export di vaccini anti Covid al di fuori dell’Unione. Ricordiamo che la casa farmaceutica AstraZeneca aveva ammesso il fatto che non avrebbe rispetto i tempi di consegna all’Ue. Da qui la presa di posizione di Draghi di imporre controlli più severi sulle esportazioni dei vaccini, con il dubbio che parte degli stessi vaccini destinati in un primo momento in Europa potessero invece andare altrove. La proposta italiana di diniego dell’autorizzazione è stata approvata dalla Commissione Europea e il Ministero degli Affari Esteri ha quindi provveduto, nello stesso giorno, ad emanare formalmente il provvedimento di diniego all’esportazione, notificato alla controparte il 2 marzo 2021.

IL PREMIER MORRISON: "DECISIONE GIUSTA, ITALIA IN CRISI: PRECEDENZA A LORO". "In Italia si registrano 300 vittime al giorno. Comprensibile la preoccupazione del BelPaese e di molti Paesi in tutta Europa. Lì è crisi profonda, situazione diversa in Australia", ha commentato con obiettività il primo ministro australiano Scott Morrison. Più piccate però sono state le dichiarazioni del ministro delle Finanze Simon Birmingham, che ha definito la mossa della Commissione un "venire meno ai patti", giustificando: "Al momento il mondo è in un territorio inesplorato, non sorprende che alcuni Paesi violino le regole".