Terremoto Pd: Nicola Zingaretti si è dimesso da segretario. Per la verità, il passo d'addio era nell'aria come, tra l'altro, alcuni siti avevano già anticipato da tempo. Il Fatto stesso aveva dato praticamente per certo quel gesto. E così, dopo lo "psicodramma" delle poche donne al governo ed i continui attacchi mossi alla sua leadership, con tanto di appelli alla convocazione di un congresso, ecco l'annuncio. "Il Pd non può rimanere fermo, impantanato per mesi a causa in una guerriglia quotidiana. Questo, sì, ucciderebbe il Pd" ha scritto Zingaretti su Facebook. "Visto che il bersaglio sono io, per amore dell'Italia e del partito, non mi resta che fare l'ennesimo atto per sbloccare la situazione" ha proseguito. "Ora tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità. Nelle prossime ore scriverò alla Presidente del partito per dimettermi formalmente" ha infine chiosato. "Io ho fatto la mia parte, spero che ora il Pd torni a parlare dei problemi del Paese e a impegnarsi per risolverli. A tutte e tutti, militanti, iscritti ed elettori un immenso abbraccio e grazie" ha concluso. In sostanza, il segretario si sarebbe stancato della litigiosità interna, delle continue critiche subìte, dei tentennamenti sull'alleanza con i 5Stelle. Ma c'è stato un altro elemento probabilmente a dare il colpo di grazia alle sue velleità di rimanere sulla plancia di comando: il recente sondaggio di La7 con un Pd dato in brusco calo (al 14 per cento), qualora il M5S si fosse presentato alle elezioni con Conte leader.