di Francesca Porpiglia

I tedeschi ci ricascano. Dopo la pizza “Falcone” e “Borsellino”,  arriva la “Pizza Riina” e  la “Pizza Cosa Nostra”. A Colonia, nell’Am Rondorfer Pfad 18, la “Pizzeria Mafiosi”, gia’ il nome fa presagire il tono del locale,  si associano ai classici ingredienti che fanno la pizza, prodotti “made in Italy”e la mafia…

Nel locale, oggetto di aspre polemiche in Germania ed in Italia si servono, infatti, specialita’ con i nomi di capi mafia e di associazioni di delinquenti. La ‘Pizza Riina’ costa 6 euro e 20 ed è composta da peperoncino, olive e carciofi. La ‘Pizza Cosa nostra’ costa un euro in più, ma ci sono anche i pomodori freschi, la mozzarella e il parmigiano. E’ quasi come se per i tedeschi, la pizza per essere piu’ credibile e originale debba avere necessariamente il marchio di mafia o cosa nostra.

Sandro Mattioli, Presidente dell’associazione tedesca ‘Mafia Nein Danke‘ (letteralmente, “Mafia, no grazie”), si batte dal 2007 contro la criminalità organizzata ma anche contro le pizzerie che hanno nomi con riferimenti a Cosa Nostra. Una battaglia che combatte da anni contro un fenomeno che e’ tutto tedesco.  “Bisogna distinguere- dichiara Mattioli-  intanto tra i ristoranti che sono gestiti da italiani o da tedeschi. Il ristorante a Francoforte che prendeva il nome di ‘Falcone e Borsellino’ era gestito, ad esempio, da un tedesco. Il locale aveva le pareti traforate di proiettili, con le foto dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, uccisi nelle stragi del 1992 a Palermo. Accanto ai giudici, il proprietario del ristorante, il tedesco Costantin Ulbrich, aveva scelto di accostare l’immagine di don Vito Corleone, protagonista de ‘Il Padrino’, interpretato da Marlon Brando. La reazione della sorella di Giovanni Falcone Maria era stata immediata. Ala donna aveva presentato ricorso al tribunale tedesco denunciando la violazione della memoria dei due giudici chiedendo di inibire l’uso del nome Falcone e Borsellino. Ma nonostante i giudici tedeschi non avessero dato ragione alla sorella del giudice, il proprietario ha deciso comunque di cambiare nome.

“Nel 2016 abbiamo avviato una campagna di sensibilizzazione – racconta il presidente dell’associazione Mafia no grazie-per evitare proprio l’utilizzo di parole “come ‘Mafia’, o ‘Il Padrino’ e abbiamo notato che l’uso di queste parole avviene sia in ambito italiano che tedesco, ma il significato è ben diverso. Perché se un italiano usa il nome del boss Riina per una pizza vuol dire qualcosa di completamente diverso rispetto all’uso che ne fa un tedesco. Perché i tedeschi fondamentalmente sono ignoranti in materia. C’è meno consapevolezza”.

Ma per chi vive in Germania, non e’ una novità trovare in ristoranti e pizzerie che usano ancora la mafia come elemento folkloristico: “Qui la mafia è ancora troppo spesso percepita come fatto ‘di colore’, o ‘cinematografico’. Nell’immaginario collettivo di chi si affida a queste folli scelte di marketing, sembra prevalere il volto di Marlon Brando ne ‘Il padrino’. La cosa sconvolgente è che chiamare una pizzeria ‘I mafiosi’ o ‘Cosa Nostra’, una pizza ‘Al Capone’ o ‘Totò Riina’ dovrebbe persino assicurare il made in Italy, la fedeltà all’Italia, garantirne l’originalità, benché spesso sia le ricette, che i proprietari, con l’Italia non hanno nulla a che fare“.

Secondo Nando Dalla Chiesa, scrittore e docente universitario, figlio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa ucciso da Cosa nostra a Palermo La questione e’ piu’ seria di quello che sembra e l’ Europa dovrebbe intervenire. "In queste cose- dichiara Dalla Chiesa- si misura il rapporto che l’Europa e la Germania intendono avere con la mafia. È questione di simboli, e di interessi economici. L'associazione 'Mafia Nein Danke'  fa benissimo a tenere alta l’attenzione e l indignazione in un paese che sembra sonnolento. E l Europa deve chiarire che il divieto di usare il nome mafia nelle insegne commerciali si estende a tutti i suoi simboli e sinonimi". La pizzeria intanto, fa affari d’ oro e strizza l’occhio a tutta questa pubblicita’ gratuita.