Annullate tutte le condanne inflitte all'ex presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva, che torna dunque eleggibile. Ha del clamoroso la sentenza del giudice supremo Edson Fachin: l'ex presidente-operaio potrà dunque candidarsi, se vorrà, alle presidenziali del 2022.

Sconfessate, quindi, le decisioni prese negli anni scorsi dai titolari dell'inchiesta Lava Jato, ribattezzata come la "Tangentopoli brasiliana". "Con la decisione, sono state dichiarate nulle tutte le sentenze emesse dalle 13ma sezione federale di Curitiba e gli atti saranno trasmessi al tribunale del Distretto federale", recita una nota della Corte suprema.

Lula, 75 anni, sulla questione si è sempre professato innocente, denunciando una persecuzione politica ai suoi danni da parte dei titolari dell'inchiesta, in particolare a opera dell'ex giudice Sergio Moro, diventato ministro della Giustizia nel governo di Jair Bolsonaro.