È passato solo un anno eppure sembra un’eternità. L’8 marzo del 2020 a Montevideo veniva organizzata “La festa che ci unisce, Calabria celebra Italia”, il più grande evento italiano dell’ultimo decennio (a eccezione della Giornata degli Italiani del 2016). Fu una giornata ricca di musica, gastronomia, cultura, e tanto altro lungo la calle Rodó tinta di tricolore e allegria come mai si era vista. Fu un successo straordinario e imprevisto per una manifestazione inedita nel suo genere resa possibile dai sogni e dagli sforzi del gruppo dei giovani dell’Associazione Calabrese, uno dei pochissimi fari di rinnovamento in una collettività anziana e scoraggiata, che riuscì ad arrivare dove gli altri avevano clamorosamente fallito.

Quello dei calabresi però non fu un traguardo personale dato al progetto si unirono tanti altri partecipanti, tra cui: friulani, abruzzesi, veneti, lucani, emiliano romagnoli e poi ancora Centro Culturale Vissi d’Arte, Scuola Italiana di Montevideo e anche l’Associazione Calabrese di Buenos Aires. “La festa che ci unisce” ebbe un altro merito riuscendo miracolosamente ad anticipare di pochi giorni il coronavirus che sarebbe arrivato di lì a poco anche in Uruguay bloccando quasi tutto e cancellando, inevitabilmente, eventi del genere.

Dopo quel giorno di festa per la collettività italiana c’è stato il nulla, un letargo lunghissimo che dura ancora oggi. Nessuno sa con certezza quando sarà possibile tornare a organizzare eventi massivi in Uruguay, naturalmente tutto dipenderà dall’evoluzione della pandemia. In attesa della prossima festa ci resta solo il ricordo.

Matteo Forciniti