La vicenda della costruzione del Consolato di Montevideo è partita nell'ottobre del 2018 con una dichiarazione dell'allora sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo che annunciava l'impegno del governo italiano su una rivendicazione storica per la locale collettività.

Da allora sull'argomento si sono susseguite promesse, strumentalizzazioni politiche, polemiche e silenzi inquietanti da parte delle istituzioni su un'opera che fin dal primo giorno è stata fortemente sponsorizzata dal partito di Merlo, il Maie (Movimento Associativo degli Italiani all'Estero).

Per le modalità e le tempistiche scelte il progetto di costruzione ha suscitato numerose critiche all'interno della collettività italiana dell'Uruguay tanto tra le associazioni come tra i rappresentanti. In modo bipartisan anche il mondo politico è intervenuto attraverso comunicati e interrogazioni parlamentari.

Sono state tante in questi mesi le anomalie che ha fatto registrare questo progetto a partire dai dieci giorni di tempo concessi per l'incarico di progettazione e un mese per il bando della costruzione pubblicato, tra l'altro, a maggio nel mezzo dell'emergenza del coronavirus con gli italiani bloccati. Ad ottobre dello scorso anno l'ultima sorpresa: la procedura per l'affidamento dei lavori si conclude in silenzio senza nessuna offerta ritenuta idonea.

Un mese dopo il primo segretario dell'Ambasciata Alessandro Costa promette davanti al Comites: "Il piano per la costruzione della nuova sede procederà come previsto. Prossimamente verrà aperto un nuovo bando per la gara d'appalto". Un bando che non ha ricevuto alcuna diffusione prima del finale annunciato ieri.