Dopo la morte del militare 43enne Stefano Paternò in Sicilia per un arresto cardiaco avvenuto poche ore dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca, l'Aifa ha deciso di vietare l'utilizzo del lotto ABV2856. Si tratta di 500mila dosi distribuite in tutta Italia.

“A seguito della segnalazione di alcuni eventi avversi gravi, in concomitanza temporale con la somministrazione di dosi appartenenti al lotto ABV2856 del vaccino AstraZeneca anti COVID-19, AIFA ha deciso in via precauzionale di emettere un divieto di utilizzo di tale lotto su tutto il territorio nazionale e si riserva di prendere ulteriori provvedimenti, ove necessario, anche in stretto coordinamento con l’EMA, agenzia del farmaco europea. Al momento non è stato stabilito alcun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e tali eventi” fa sapere l'Aifa in una nota.

AIFA sta effettuando tutte le verifiche del caso, acquisendo documentazioni cliniche in stretta collaborazione con i NAS e le autorità competenti. I campioni di tale lotto verranno analizzati dall’Istituto Superiore di Sanità. AIFA comunicherà tempestivamente qualunque nuova informazione dovesse rendersi disponibile” si legge ancora.

STOP ANCHE IN ALTRI PAESI

Intanto l'uso di Astrazeneca è stato sospeso in Danimarca, Norvegia e Islanda e per un lotto anche in Austria. Sono in corso indagini per far luce sulla formazione di coaguli di sangue in alcuni pazienti (uno è morto, ndr) dopo la somministrazione del siero. Ma l'Ema afferma che si può andare avanti col vaccino di AstraZeneca, anche perché “i benefici restano superiori ai rischi”. E, nel corso di una telefonata col premier italiano Mario Draghi, la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen ha sottolineato che (al momento) non ci sono evidenze di un nesso tra gli eventi avversi e il vaccino.