di Roberto Zanni

Philadelphia ha un sindaco, Jim Kenney, che ha deciso da solo, senza il voto dei council members, di abolire dal prossimo ottobre il Columbus Day. Non ha i baffetti Mr. Kenney anche se le sue azioni raccontano il contrario. Philadelphia, sempre per mano dell'ineffabile Mr. Mayor, aveva deciso anche di sbarazzarsi della statua raffigurante Cristoforo Colombo che ora è inscatolata, in attesa. Philadelphia, tanto per dare un'idea, solo per quello che concerne la città conta oltre 700.000 italo-americani, la seconda 'tricolore' degli Stati Uniti dopo New York. Ma quanto contano? Lo spiega Marco Circelli, direttore esecutivo di Filitalia International, organizzazione non-profit nata nel 1987 con sezioni dagli Stati Uniti all'Italia al Brasile, che ha l'obiettivo di promuovere e preservare il patrimonio italiano che è soprattutto cultura e lingua.

Una missione che oggi negli Stati Uniti è diventata improvvisamente ancor più improba. "Subito abbiamo capito che la strada da intraprendere era quella legale - spiega Circelli - una lotta per i diritti civili, vogliamo che si riconosca che Cristoforo Colombo, al contrario di quello che si dice ora, ai suoi tempi era un difensore dei diritti umani". Affermazione che necessita di una premessa. "Sì perchè la cosiddetta rivisitazione anti-Colombo partita negli anni '60 negli Stati Uniti dalla Stanford University, seguendo la 'Scuola di Francoforte' di ispirazione marxista, ha utilizzato fonti storiche secondarie, non primarie, seguendo Francisco de Bobadilla, militare e inquisitore spagnolo, oppositore politico di Colombo che fece anche arrestare, attribuendogli atrocità che invece erano state commesse da lui stesso. Quello che ribadiamo è che al contrario di quanto viene affermato adesso, Colombo fu un difensore dei diritti civili, a cominciare dai Taino, popolazione caraibica vittima di innumerevoli efferatezze, cannibalismo compreso".

Ma la campagna contro il navigatore genovese è senza confini e non si ferma. "È successo qui a Philadelphia, nel distretto scolastico pubblico - continua il direttore esecutivo di Filitalia - una maestra di seconda elementare ha svolto una lezione anti-Colombo: un fatto grave che abbiamo denunciato. Noi però la nostra battaglia la vogliamo portare avanti in ambito legale e culturale staccandoci completamente dalla visione politica in accordo anche con altre associazioni italo-americane. Difendiamo la figura di Colombo innanzitutto per due motivi fondamentali: 1) perchè è stata infangata dalla visione marxista della storia; 2) perchè si identifica come riferimento dell'immigrato italiano".

Intanto però a Philadelphia le decisioni prese da Mr. Kenney hanno creato divisioni all'interno del Consiglio comunale. "A cominciare dal rappresentante della maggioranza Democratica, stesso partito del sindaco, che si è opposto. Noi intanto abbiamo presentato una ingiunzione affinchè venga ritirata l'abolizione del Columbus Day, mentre per la statua al momento si è arrivati a un compromesso: inscatolata. C'è una causa in corso con tre legali che, 'pro bono', portano avanti le nostre istanze, ci vorrà almeno un anno. Ma poi se ne potranno presentare altre. Vogliono cancellare la storia per riaffermare il presente, è un problema sociale e culturale. Il rischio non è di far sparire un nome, ma una identità: quella italo-americana, oggi è Colombo, domani forse Sinatra? Se è questa la strada non c'è fine. Certo ci sarebbe bisogno di unità a livello nazionale. Noi come Filitalia International vogliamo l'anti-regionalismo, la crescita della lingua italiana, siamo anche ente gestore dal 2017, un aspetto quest'ultimo fondamentale" .

Quali saranno le prossime strategie? "Ora vogliamo guadagnare tempo per poter informare più persone possibile, grazie anche alle strategie legali si può creare un movimento culturale. E noi a Filitalia stiamo lavorando anche con le nostre succursali italiane, l'intenzione è di creare un movimento pro-Colombo anche in Italia. Se il prossimo ottobre ci sarà a Philadelphia il Columbus Day? Stiamo studiando le strategie migliori: celebrarlo o addirittura organizzare una protesta. Ma a lungo termine il nostro obiettivo è di portare avanti la battaglia a livello federale per il riconoscimento dei diritti civili della comunità italo-americana, come è stato fatto dagli afro-americani. E sempre a livello federale, si stanno studiando anche azioni di protezione della lingua italiana".