DI MARCO FERRARI

La proposta di legge d'iniziativa popolare contro la propaganda fascista e nazista lanciata dal comune di Stazzema ha ufficialmente raggiunto e superato le 50.000 firme. Strada aperta, dunque, all'arrivo in Parlamento. Il raggiungimento dell'obiettivo è stato annunciato dal comitato promotore della proposta di legge sul suo gruppo Facebook, invitando però a continuare a raccogliere firme per arrivare al maggior numero possibile entro la data di scadenza ufficiale, il 31 marzo. Ecco cosa scrive il comitato: "Comunicazione: le 50.000 firme le abbiamo superate, ma tutti noi ne vogliamo molte di più, quindi fino al 31 marzo firma e fai firmare. Le firme raccolte ai banchetti devono essere consegnate nei comuni per inserire il numero di iscrizione nelle liste elettorali". A ottobre il Comune di Stazzema ha depositato la proposta di legge in Cassazione e ha fatto partire la raccolta firme: ne servivano almeno 50mila per presentare la proposta in Parlamento, ma il numero delle adesioni è molto più alto. Hanno firmato personalità come Liliana Segre, senatrice e vita e sopravvissuta ai lager nazisti e il Premio Oscar Roberto Benigni.

Maurizio Verona, sindaco della cittadina versiliese, ha detto che "non poteva che partire da Stazzema, teatro della terribile strage nazifascista di Sant'Anna di Stazzema nell'agosto del 1944, la proposta di legge di iniziativa popolare contro la propaganda fascista e nazista". Nel piccolo borgo di Sant'Anna di Stazzema il 12 agosto 1944 vennero uccise dai nazifascisti 560 persone, in maggior parte donne, anziani, bambini (il più giovane aveva appena 20 mesi). Tre reparti SS, guidati da alcuni collaborazionisti fascisti, rastrellarono gli abitanti del paesino toscano, li uccisero con mitra e bombe e quindi li bruciarono con il lanciafiamme nella piazzetta davanti alla chiesina del borgo toscano. Il sacrario e il parco della pace di Sant'Anna di Stazzema ogni anno vengono visitato da migliaia di persone di diverse nazionalità, soprattutto ragazzi delle scolaresche. Gli ultimi autori della strage, condannati in contumacia dal tribunale militare della Spezia nel 2005, sono deceduti in questi giorni. Al contrario la Procura di Stoccarda aveva archiviato l'inchiesta per la strage nazista poiché, secondo i magistrati tedeschi, non era più possibile stabilire il numero esatto delle vittime: nella zona si trovavano anche numerosi rifugiati di guerra provenienti da altre città. Un insulto, secondo la Regione Toscana, da sempre in prima linea nella ricerca delle verità sulle stragi nazi-fasciste.

La proposta di legge nasce da una inchiesta da cui emerge che un italiano su sei non crede alla Shoah, il 15,6% della popolazione nega lo sterminio sistematico degli ebrei nella Germania nazista con la collaborazione dell'Italia fascista, il 16,1% lo ridimensiona. Lo certifica il Rapporto Italia 2020 dell'Eurispes. Sono dati di un anno fa, ma a renderli attuali è l'incremento in tutta Europa della propaganda fascista e negazionista. Al Parlamento viene chiesto ora di rendere reato anche quei comportamenti che le leggi Scelba e Mancino lasciano in una zona grigia di impunità: propaganda tramite reperti storici, gadget, immagini ma anche gestualità e simboli. "Anche qui, a Sant'Anna di Stazzema, dove le SS trucidarono 430 adulti e 130 bambini – sostiene il sindaco Maurizio Verona - sono comparse svastiche sui muri. Ovunque si trovano statuette con la faccia di Benito Mussolini e nei bar certi argomenti sono sdoganati".

Il sindaco del borgo collinare confessa di essere sorpreso dalla mole di firme ottenute: "Pensavo che sarebbe stato complicato, non tanto perché l'argomento non sia importante, ma per la difficoltà del momento, invece l'adesione è stata alta, quasi che fosse qualcosa atteso da tanto tempo questa proposta di legge". Si può scaricare il modulo per avviare la raccolta firme anche in comuni che non ancora aderito all'iniziativa dal titolo "Norme contro la propaganda e diffusione di messaggi inneggianti a fascismo e nazismo e la vendita e produzione di oggetti con simboli fascisti e nazisti". All'iniziativa popolare è anche dedicato un gruppo Facebook che ha già raggiunto gli 80 mila aderenti. "Incontro quotidianamente i superstiti dell'eccidio di Sant'Anna – spiega Verona – e sono i più feriti dalla comparsa sui muri di svastiche o di saluti romani alle manifestazioni". Nel testo si parla di propaganda dei partiti nazista e fascista e dei loro metodi eversivi tramite "produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti", o propaganda tramite "simbologia o gestualità": comportamenti che la legge vorrebbe puniti con la reclusione da sei mesi a due anni. Nell'articolo successivo si parla anche di "esposizione di emblemi o simboli". Non è la prima volta che in Italia si prova la via del dibattito parlamentare per rendere illegali pratiche di questo tipo. Era il 2017 quando si discuteva della legge Fiano, ultimo tentativo di inserire nel Codice penale il reato di propaganda del regime nazista e fascista. Venne approvata alla Camera con 261 sì, 122 no e 15 astenuti. Da lì, passò direttamente al Senato dove si arenò. Non se ne è saputo più nulla.