Non so se la curva del Covid tenda a crescere ulteriormente o a regredire. I dati sono un elettrocardiogramma sostanzialmente piatto, i ricoveri in terapia intensiva denotano lenti spostamenti. Un’atmosfera di ulteriore attesa sembra contagiare il Paese, stremato da un anno di proclami, speranze, abbandoni, ricadute, aperture e chiusure che sembrano non avere mai fine.

Ma la luce in fondo al tunnel ha un solo nome e si chiama vaccino, sempre e comunque e, soprattutto, dovunque. Fa bene il generale Figliuolo, nuovo commissario per l’emergenza Covid ma soprattutto concreto uomo del Sud, a sottolineare come non si debbano perdere altri vaccini, come tutto vada utilizzato anche per chi non è prenotato, come ogni fiala residua debba essere ottimizzata. Ci sono, del resto, ancora troppi inutili allarmismi in giro. I No-Vax sono tanti, più numerosi i perplessi, gli incerti, quelli che aspettano indecisi sul da farsi. Le recenti polemiche sull’utilizzo di AstraZeneca hanno dato altro fuoco alle polveri. I media, come sempre, sembrano cavalcare la notizia, senza particolare approfondimento critico. Mentre il Piemonte, quindi, blocca la profilassi ed il Ministero della Salute si allinea, ecco che l’Inghilterra , dopo undici milioni di vaccinazioni AstraZeneca, segnala rarissimi casi d’intolleranza e percentuali ancor più risibili legate ad altre patologie (0,0028 %), una percentuale sostanzialmente fisiologica.

Mentre le vittime si sono ridotte a sole 52 al giorno. Ci sono, inoltre, temi che danzano sul tavolo della discussione e meritano serie, rapide riflessioni: un serio scudo penale per i medici vaccinatori che non possono oggettivamente rispondere degli effetti dei sieri, una rapida normativa sul personale sanitario No-Vax che proprio in questi giorni, al San Martino di Genova, nel reparto del professor Bassetti, ha causato decine di contagi, una forte sottolineatura legata al rapporto tra Ministero della Salute, Aifa e Regioni per evitare che ognuno decida col suo metro e, infine, una chiara, definitiva priorità sulle categorie da sottoporre al vaccino, evitando inutili battaglie di casta. In attesa di una Pasqua che sia di vera resurrezione.

GIUSEPPE SCALERA