Il Pd ha scelto. O meglio: Roberto Gualtieri ha rotto gli indugi, rendendosi disponibile a candidarsi a sindaco di Roma in vista delle elezioni amministrative del 2021. Stando ai soliti beninformati di turno, l'ex ministro dell'Economia con il governo Conte bis avrebbe accettato la richiesta avanzata, in tal senso, dal Partito democratico e avrebbe atteso il termine dei lavori dell’Assemblea nazionale dei dem per sciogliere la riserva.

Ora, la domanda che tutti si stanno ponendo in queste ore è se la discesa in campo dell'ex ministro valga "solo" per le primarie per la scelta del candidato primo cittadino o se, quello di Gualtieri, sia stato una sorta di colpo di mano, per candidarsi direttamente a sindaco della Capitale. Tra l'altro, a voler dar retta ai "sondaggisti", l'ex titolare dell'Economia parrebbe, al momento, l'unico rappresentante dei dem in grado di arrivare al ballottaggio con il candidato del centrodestra (dato in vantaggio) e magari spuntarla pure. E' chiaro, in ogni caso, come ora l'ultima parola spetti al neo segretario Enrico Letta.

"Nulla ancora è stato deciso" si affrettano a precisare fonti del Nazareno. E proprio la corsa al Campidoglio, dopo l'ingresso del M5S nella giunta regionale del Lazio, sembra profilarsi come un nuovo banco di prova per collaudare anche a livello locale, la tenuta dell'alleanza strategica coni grillini. I quali, va detto, al momento sembrano decisi a riconfermare la sindaca uscente Virginia Raggi: come andrà a finire tra i due schieramenti? I 5Stelle "cederanno" al Pd, accettando la nomination Gualtieri?

In attesa di sentire la "voce" pentastellata, immediata è arrivata la reazione del leader di Azione, Carlo Calenda. Per lui l'annuncio di Gualtieri si è rivelato peggio di una "doccia fredda". Con il cambio al vertice del partito ed il ritorno dalla Francia di Enrico Letta, Calenda sperava, infatti, nell'appoggio dei dem per la sua corsa al Campidoglio. "Mi sono candidato il 12 ottobre. Ho ritenuto di avvertire l'allora segretario Zingaretti per cercare di tenere unito il centrosinistra", si è sfogato sui social. "Per la stessa ragione abbiamo partecipato a un tavolo di coalizione sparito nel nulla. In questo lungo periodo ho lavorato sul programma. Abbiamo incontrato 500 associazioni di cittadini e analizzato i problemi di Roma quartiere per quartiere. Ora apprendiamo dai giornali, altro che tavoli e dialoghi, dell’imminente candidatura di Gualtieri.

Appare evidente la scelta di rompere. Ci confronteremo alle elezioni", ha attaccato il leader di Azione. Ad onor di cronaca, occorre comunque dire che anche nel centrodestra la battaglia sulle candidature è ancora incerta. Se infatti il Carroccio di Matteo Salvini, vorrebbero Guido Bertolaso candidato al Campidoglio, nonostante l'ex capo della protezione Civile abbia già più volte rifiutato visto l'impegno in Lombardia per la campagna vaccinale, Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, che a Roma, ha il suo maggior bacino di voti, insiste per Andrea Abodi, presidente del Credito Sportivo ed ex numero uno della Lega calcio di serie B.