Doveva essere l'unica grande iniziativa dell'attuale gestione del Comites di Montevideo e invece è ancora tutto fermo. Finanziata con quasi 5mila euro dal ministero degli Esteri, la ricerca sulla nuova emigrazione e l'emigrazione circolare continua a dividere profondamente l'organismo di rappresentanza bloccato e in agonia nei suoi ultimi mesi di vita prima delle elezioni.

La vicenda sta diventando abbastanza imbarazzante come si è potuto constatare mercoledì sera durante l'ultima seduta svoltasi in videoconferenza: una riunione infuocata animata dai continui scambi di accusa tra i gruppi di Filomena Narducci e Renato Palermo.

"Il progetto doveva già essere già concluso, siamo in forte ritardo di 4 mesi" ha ammesso il presidente Alessandro Maggi nel suo ennesimo monito: "Dobbiamo essere più pragmatici e andare avanti con quello che abbiamo perché se fatta bene questa iniziativa può essere molto interessante. Il tempo ci sarebbe ma adesso dobbiamo vedere se c'è la volontà politica di realizzarla".

Attualmente esiste solo una bozza del progetto e la commissione interna incaricata di seguire la tematica si trova da diversi mesi bloccata. Di questa commissione "fantasma" fanno parte i consiglieri Ignacio Palermo, Vittoria Gugliotta e Patricia Bardini.

L'origine dello scontro tra i due gruppi del Comites risale al 2019 con il primo progetto affidato al sociologo Hugo Bazzi che era stato anche presentato in un incontro alla Casa degli Italiani. Tale progetto venne poi bocciato dall'organismo per due motivi come ha ricordato la Narducci: da una parte l'accusa per il coinvolgimento del patronato Inca (di cui lo stesso Palermo è il responsabile) e dall'altra la critica al contenuto della proposta che conteneva un lavoro incentrato solo sulla vecchia emigrazione escludendo i nuovi arrivi.

Immediata è stata la replica di Palermo: "Questo progetto ha una storia che bisogna conoscere a partire da una ricerca svolta nel 2018 da due ragazzi del servizio civile a cui il Ministero degli Esteri aveva consigliato di usare i fondi del Comites per poter arrivare alla conclusione ma ciò non fu possibile per l'opposizione di una parte del Comites. Adesso abbiamo un problema di fondo dato che la commissione interna incaricata di seguire il progetto non si riunisce. Farò una relazione dettagliata alle autorità consolari su quanto è accaduto e non permetterò mai che si spendano male i fondi pubblici. Personalmente darò il mio voto favorevole solo se ci sarà un lavoro serio e ben fatto e non una cosa fatta solo per spendere i soldi. Se non arriveremo a farlo allora si dovranno restituire i fondi al ministero".

Per giustificare questo ritardo madornale sulla conclusione della ricerca l'esecutivo del Comites ha anche parlato della pandemia come una delle possibili cause. "L'emergenza sanitaria ha influito, dobbiamo prenderne atto. Non siamo in un'epoca normale, tante cose si stanno dilungando" ha affermato Filomena Narducci. Sulla stessa posizione Vittoria Gugliotta: "Tra i motivi del ritardo c'è indubbiamente la pandemia perché gli studenti avrebbero dovuto svolgere le interviste nel lavoro sul campo".

Sulla vicenda si è espressa con preoccupazione anche l'Ambasciata attraverso l'intervento del console Alberto Amadei: "I soldi pubblici devono essere impiegati bene e l'Ambasciata vigilerà. Le motivazioni del progetto restano ancora oggi valide per questo deve essere fatto bene. È molto importante che nel suo bilancio consuntivo il Comites spieghi al Ministero degli Esteri perché questi fondi non sono stati ancora utilizzati".

Voto positivo all'unanimità per il parere su Gente d'Italia - Tra gli argomenti affrontati durante l'ultima seduta del Comites c'è stato anche il parere al contributo di Gente d'Italia relativo al 2020. Il voto è stato espresso favorevolmente all'unanimità da parte di tutti i consiglieri presenti.

di Matteo Forciniti