di STEFANO CASINI

Natalio Michelizzi nacque a Bagnara Calabra, in provincia di Reggio Calabria nel 1899 e morí, giovane, a Buenos Aires, nel  1953. É stato un uomo d'affari italiano che abitava in Argentina ma che lasció una profonda impronta anche in Uruguay

È stato uno dei promotori e grande costruttore nella città di Atlántida. Michelizzi giunse piccolo al Porto della Boca di Buenos Aires con i suoi genitori e visse quasi tutta la sua vita a Buenos Aires, dove ha rappresentato l'azienda che produce ancora macchine da stampa a marchio “Planeta”.

Come “businessman”, aveva stabilito una prospera situazione finanziaria in Argentina. Nel 1935 arrivò come turista ad Atlantida. Rimase colpito dalla bellezza del luogo e si alloggió all'hotel Atlántida, di fronte alla spiaggia. Decise subito di acquisire diversi terreni per costruire un grande albergo che, più tardi, prese il nome di “Planeta”. Nell’anno 1939 la “Territorial Uruguaya Sociedad Anónima” decise di vendere i propri terreni a Michelizzi. Era un appassionato di tutto ciò che riguardava il mare e decise quindi che l'hotel doveva avere la forma di una nave.

La costruzione fu affidata alla società Pérez Butler y Pagano e fu portata a termine a tempi record: sei mesi di lavoro giorno e notte.

Fu il primo albergo ad avere praticamente tutti i comfort: riscaldamento, bagno privato e acqua calda che, all’epoca, rappresentò un enorme valore per una delle più belle città baleari dell’Uruguay. Michelizzi era un imprenditore molto acuto e pieno di preoccupazioni “Sapevo che il casinò aveva sempre una calamita che attirava e attirerà sempre.” Con questo ragionamento, tra gli anni 1938-39 fece le formalità davanti al governo uruguaiano per l'installazione e l'uso di una sala casinò ad Atlántida. Presentó il progetto, che includeva la costruzione di un hotel a dieci piani, dove avrebbe operato il casinò. Il progetto fu approvato ed il complesso fu inaugurando nel 1939 con tre piani dell'hotel abilitati.

L'amministrazione fu affidata al signor Antonio Morales, un uomo di Buenos Aires che giá gestiva casinò a Mar del Plata.  Accanto ad una straordinaria sala giochi, iniziò a funzionare anche una discoteca, nel luogo in cui sarebbe stata successivamente installata la discoteca “Las Cuevas”. Giá dai primi anni dopo l’inaugurazione, mentre il mondo era in guerra, le serate dell’Hotel Planeta erano allietate da un'orchestra di tango e jazz, portate da Buenos Aires. Poco dopo la costruzione del Planeta Palace Hotel, Michelizzi decise di acquisire tutti i terreni non edificati dei dintorni. Poiché non aveva soldi, gestì e ottenne un prestito dall’allora Banca Italiana dell'Uruguay e fu cosí che completó l'acquisto del terreno che andava dal Fortín de Santa Rosa di recente costruzione all'attuale strada 2B ad Atlántida e dalla spiaggia ai campi di Alonso e alla stazione ferroviaria. Il prezzo del terreno prima della vendita era di due pesos al m², ma Michelizzi alzó il prezzo a dieci pesos al m². Anche se, in un primo momento ci fu un arresto delle vendite,  quando furono vendute le ultime unità delle altre suddivisioni, Michelizzi diventó il padrone di una vastissima parte di Atlantida, esercitando quasi un monopolio, e vendendo al prezzo che voleva moltissimi terreni.

Offrí persino alla Banca Italiana la consegna di alcune parcelle come pagamento del debito e fu cosí che la banca divenne proprietaria di 25 ettari,  dalla zona del Country Club alla spiaggia. Per finire di pagare il debito alla Banca consegnó altri 25 ettari nei dintorni dell’ancora Parco Vacanze di AGADU (Asociación General de Autores del Uruguay).

L’affare per lui fu ottimo dimostrando la sua riconosciuta capacità di imprenditore.  Michelizzi era un curioso ed un giorno, mentre passeggiava per le pinete sulla scarpata costiera, notò un poggio rivolto verso il mare, protetto da due scogli. Fu li che gli venne in mente di costruire una grotta, dove sarebbe stata collocata un'immagine religiosa.

La grotta non fu mai costruita ma si rese conto che era un luogo ideale per leggere un libro o fare quattro chiacchiere con gli amici. E fu cosí che nacque “La Quimera” o “Casa del Aguila”, situata nell'attuale centro termale di Villa Argentina. La costruzione è stata eseguita senza l'intervento di architetti o ingegneri. Non sono stati fatti piani o calcoli di materiali complicati. In luoghi vergini il costruttore usava come trasporti, un carro trainato da buoi e un umile camion che funzionava a gas di carbone. Michelizzi morí all'età di 54 anni, nel 1953 a Buenos Aires. Il suo marchio ad Atlantida è stato profondo e proficuo.