Walt Disney con la sua genialitá lo aveva ben capito che le tecnologie avrebbero finito per dominarci e ammoniva attraverso uno dei suoi cartoni animati piú riusciti: “Topolino, apprendista stregone”. Il personaggio tanto caro ai bambini, coperto da un lungo mantello e con una bacchetta magica in mano, é il garzone di bottega di un potente e anziano mago, Yen Sid. Topolino, desideroso di cimentarsi nelle stesse pratiche, prende in prestito il cappello dello stregone, credendolo l’unica fonte del potere. In realtà, senza lo studio e l'esperienza, Topolino non riesce a controllare la magia. Dopo aver dato vita a una scopa affinché faccia le pulizie al posto suo, l’apprendista è incapace di controllare la creatura e la situazione gli sfugge di mano. La scopa si moltiplica in altre scope, che lo perseguitano e lui ne diventa vittima.

Oggi l’umanitá, sui passi di... Topolino, ha compiuto mille magie sull’impronta di straordinarie tecnologie, che chiamiamo brevitatis causa TICs (tecnologie dell’informazione e le comunicazioni). La lunga rampa in salita, i cui primi gradini sono stati i chips e poi i computer personali e i cellulari, ci conduce alla straordinaria costruzione della cosiddetta intelligenza artificiale. Ma cos’é questa cosiddetta “intelligenza artificiale”. Per quel poco che ne capisco la IA (questa la sua sigla), é un archivio quasi infinito di algoritmi, che permette alla macchina di agire e “pensare” con le capacitá tipiche dell’essere umano (interazione con l’ambiente e con le persone, adattamento, ragionamento e pianificazione) per raggiungere autonomamente una finalitá definita. In realtá la macchina non pensa, ma la sua capacitá di stoccaggio dell’informazione, le consente agire alla pari di un essere pensante.

Faccio un esempio semplice, riferito ai miei gusti musicali. Sono un utente fedele di Spotify, l’applicazione tecnologica che offre musica di ogni paese e di ogni stile. All’inizio io sceglievo le canzoni, le opere o i concerti che piú mi piacevano: ora lascio a Spotify, che scelga per me. Infatti il sistema raccoglie la completa informazione sui miei gusti musicali e li trasforma in una offerta che mi fa giungere settimanalmente in un podcast esclusivo per me. Non devo piú scegliere, perché l’applicazione lo fa per me e... meglio di me. Ma la macchina - l’automa, come a me piace chiamarlo - segue la scia delle scope di Topolino. La scopa, che il personaggio di Disney immaginava poter dominare, adesso lo perseguita e gli da tante batoste. Cosí é per l'intelligenza artificiale. Immaginavamo che potevamo dominarla, ed ora lei ha sufficiente informazione sulla nostra vita, per dominarci. Infatti appaiono nuove applicazioni, che non scelgono la musica, ma scelgono le persone. Sono applicazioni che consentono alle imprese di selezionare i propri lavoratori sulla base di decisioni strategiche emesse dalla applicazione.

Non é piú l’antico padrone - quello col cappello e il sigaro - che sceglie la sua gente, ma é l’applicazione che lo fa. Tanto per intenderci, se l'imprenditore vuole lavoratori piú docili e servizievoli, programma la IA e questa sceglie i migliori. O l'imprenditore preferisce lavoratori ottimisti e rapidi, ed ecco che l'automa seleziona quelli piú adeguati. Naturalmente potrebbero esserci imprenditori che preferiscono lavoratori uomini (o donne) o bianchi (o di altra razza) o di questo o altro orientamento politico, e la macchina scopre - a richiesta - i lavoratori perfetti. Su questa linea Haldo Sponton, specialista in algoritmi di azione automática, in una recente intervista a El Pais di Montevideo, afferma che la sua societá “Globant” ha sviluppato un modello di intelligenza artificiale che permette selezionare talenti e lavoratori di ogni genere. In base alla nostra tecnologia - dice - siamo in grado di studiare le interazioni dei lavoratori, valutare coloro che sono piú applicati al lavoro, quelli che danno il buon esempio e vanno premiati con “stelle” e via di seguito.

Il nostro sistema - aggiunge - possiede algoritmi che consentono effettuare interviste di lavoro “automatiche”, che consentono alla macchina scegliere le persone piú adeguate per determinato progetto o contesto. La nostra intelligenza artificiale - conclude - offre la migliore selezione agli imprenditori che devono contrattare nuovi lavoratori per la loro attivitá. Capisco che ai giovani tutto ció sembrerá meraviglioso, ma a me spaventa: non posso concepire che un automa selezioni o scarti in forma automática le persone alla ricerca di un lavoro. L'automa insomma spradroneggerá nel mondo della produzione: non piú contatti umani per la scelta delle persone; sará sufficiente che l'applicazione entri nella nostra vita, per decidere in un senso o nell'altro. Non saremo noi - lavoratori comuni - a trarre vantaggi dalla macchina, ma sará la macchina, che - proprio come la scopa di Topolino - deciderá se spazzarci via o no.

JUAN RASO