L’America Latina è uno dei luoghi che più ha sofferto la pandemia da Coronavirus. Basti pensare che i morti, fino a oggi, sono stati quasi 740mila come riporta la Johns Hopkins University. Un numero pazzesco destinato purtroppo a salire, prima che le varie campagne vaccinali producano gli effetti sperati.

Inutile dire che è il Brasile il Paese del Sud-America più in difficoltà: è al secondo posto per quel che riguarda il numero dei decessi. Qui il bilancio è di 11.998.233 casi e almeno 294.042 pazienti morti. Sulla spinta della contagiosissima variante locale, l’aumento esponenziale degli ammalati gravi sta mettendo in ginocchio il sistema sanitario. Esemplare la situazione della città costiera di Sao Sebastiao, nello stato di San Paolo, dove nel maggiore ospedale locale si corre il rischio di dover togliere i pazienti-Covid dai ventilatori per la mancanza dei farmaci usati per l'intubazione.

Situazione grave anche in Messico dove si contano 2.195.772 casi di contagio e 198.036 morti. Finora sono state somministrate 5.612.291 dosi del vaccino contro il Covid alla popolazione messicana. Un totale di 716.768 persone hanno ricevuto le due dosi necessarie per completare la vaccinazione. La Colombia a oggi conta 2.337.230 casi di contagio e 62.028 morti. Il Paese manterrà fino a fine maggio il modello di “isolamento selettivo e autoprotettivo”.

In Argentina i casi confermati sono 2.245.771 con 54.545 decessi. Al momento, l’esecutivo di Buenos Aires ha rinnovato le misure di distanziamento sociale fino al 9 aprile, con divieti e ob214 strutture sanitarie. E che alla fine del primo trimestre saranno oltre 14 milioni i vaccini distribuiti alle Regioni. Situazione delicata in Lombardia, alle prese negli ultimi giorni con il caos legato ai disservizi informatici che si sono registrati blighi a carico di cittadini e operatori economici.

Con 81.537 casi di contagio e 792 morti, l'Uruguay continua ad essere uno dei paesi in cui la pandemia risulta essere più sotto controllo. Il governo dell'Uruguay ha deciso di riaprire parzialmente le sue frontiere a partire dal 1 febbraio dopo la chiusura totale che era stata decretata a partire dal 20 dicembre fino al 6 gennaio dapprima e poi prorogata fino a tutto il 31 gennaio. Da ricordare che sono gli Usa il Paese con il maggior numero di morti, 541.914.