Alla fine, ne siamo certi, la battaglia contro il Coronavirus sarà vinta. Ma a oggi dire quando si potrà cantar vittoria è impresa impossibile. A distanza di un anno dall’inizio della pandemia ci sono i vaccini, certo (comunque con le problematiche legate all’affidabilità e ai tempi di somministrazione). Ma quello che preoccupa sono le varianti che, mutando, rischiano di rendere vani i tentativi di debellare il Covid attraverso le inoculazioni. Il rischio è di dover ripartire sempre daccapo. Già, perché queste variazioni sono più contagiose e più dure da contrastare. Quando un virus si replica o crea copie di sé stesso a volte cambia leggermente. Questi cambiamenti sono chiamati ‘mutazioni’. Un virus con una o più nuove mutazioni viene indicato come una 'variante' del virus originale. Finora sono state identificate in tutto il mondo centinaia di varianti di questo virus. Ecco le varianti oggi più conosciute e temute.

Variante inglese

Ha una maggiore trasmissibilità rispetto alle altre perché questa versione del virus rimane per più tempo nell'organismo, facendo sì che un paziente sia infettivo più a lungo. È caratterizzata da 23 mutazioni, 14 delle quali sono localizzate sulla Spike del virus, la proteina che permette al virus di agganciarsi alle cellule dell'apparato respiratorio e di causare l'infezione. La mutazione rende il virus più contagioso dal 30% al 50% rispetto ad altre varianti non preoccupanti in circolazione e potrebbe avere una mortalità superiore dal 30% al 70%.

Variante brasiliana

Gli studi hanno dimostrato una potenziale maggiore trasmissibilità e propensione alla reinfezione.

Variante sudafricana

Come quella inglese ha anch'essa una maggiore capacità di trasmettersi da un soggetto all'altro. Da gennaio 2021 è stata isolata in almeno 20 altri paesi Europei e ha colpito anche persone che non sono state in Sud Africa.

Variante spagnola

Originaria del nord-est della spagna, è la più simile al virus originario, con contagiosità e carica virale simili.

Variante messicana

È una mutazione riscontrata su alcuni pazienti nell’area di Jalisco. in questo caso il rischio sembra essere quello di più facili ricadute dopo aver superato la malattia.

Variante indiana

È caratterizzata da due mutazioni che potrebbero rendere il lignaggio potenzialmente più infettivo e/o letale del ceppo originale di Wuhan.

Varianti Usa

Individuate di recente, sarebbero ben 7 le varianti negli Stati Uniti. La prima mutazione di questo tipo sarebbe stata isolata lo scorso primo dicembre, poi uno studio ha trovato le altre. Anche se lo studio, riportato dal New York Times, deve essere ancora sottoposto a verifiche, queste varianti preoccupano fortemente il Paese più colpito del mondo dalla pandemia.

Stefano Ghionni