di Matteo Forciniti

Al di là della crisi sanitaria, dei contagi e dei morti la crisi dovuta alla pandemia globale è soprattutto economica. Un discorso, questo, che è particolarmente vero per una nazione povera come l’Uruguay che dipende dal commercio internazionale e che oggi fa fatica a ripartire nonostante le poche limitazioni imposte dal governo di Luis Lacalle Pou fautore della strategia soft per combattere il virus nel nome della libertà responsabile contro la quarantena obbligatoria.

Dopo un anno di coronavirus però i numeri sono inequivocabili: nel 2020 la povertà è cresciuta dell’11,6%, allo stesso tempo il Prodotto Interno Lordo è crollato facendo registrare un -5,9%.

I dati sono stati forniti rispettivamente dall’Instituto Nacional de Estadística (INE) e dal Banco Central del Uruguay. Si tratta di un preoccupante passo indietro nel tempo dato che la povertà è tornata ai livelli del 2012 mentre il PIL a quelli della grave crisi del 2002 che mandò in rovina il paese. Il 2020 ha così chiuso un ciclo di crescita ininterrotta che durava da diciassette anni. L’unico settore che è riuscito a tenere il colpo è stato quello della costruzione, un’anomalia rispetto al panorama generale.

Per quanto riguarda la povertà, il Covid ha dato lo spinta finale a una tendenza che veniva già crescendo negli ultimi 3 anni: rispetto al 2019 oggi ci sono 100mila nuove persone in povertà e 7mila in stato di indigenza.

Non solo, in Uruguay oggi è anche cresciuta la disuguaglianza il che è un fatto estremamente indicativo per un paese che tradizionalmente vanta la migliore distribuzione della ricchezza in America Latina. Il coefficiente di Gini, uno dei principali indicatori che misura quanto sia diseguale la distribuzione del reddito in una popolazione, è passato da 0,383 a 0,387, il valore più alto degli ultimi nove anni.

Proprio pochi giorni fa il ministro dell’Economia Azucena Arbeleche ha ammesso la gravità dell’attuale situazione nel suo intervento davanti alla Commissione permanente del Parlamento: “È chiaro che questa situazione pandemica porterà a un aumento del numero di persone che vivono in povertà. È ciò che stiamo vedendo, è ciò che stiamo sostenendo”.