Gente d'Italia

Inghilterra ed Italia insieme per un futuro sostenibile

 

 

Confrontarsi sull'opportunità di costruire, anche grazie alla scienza, un'economia globale a zero emissioni di carbonio, resiliente e inclusiva, che aumenti le chance di ripresa dopo la pandemia, ponendo al centro la salute dei cittadini e del pianeta. E se mitigazione e adattamento sono alla base della strategia di Regno Unito e Italia per rendere il 2021 l'anno dell'ambizione nella lotta ai cambiamenti climatici, il ruolo della scienza a supporto della politica si è dimostrato fondamentale nel corso dell'ultimo anno anche in riferimento all'emergenza pandemica. Molti temi attuali e pressanti quelli affrontati nella giornata di scambio e dialogo tra l'ambasciatore Jill Morris, il ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, il ministro britannico per il Business, l'Energia e la Crescita Sostenibile, Anne-Marie Trevelyan,  e l'Inviato per il Clima del Foreign Office di Londra, Nick Bridge. La prima sessione è stata dedicata proprio alle evidenze scientifiche di questo fenomeno, grazie agli interventi di Neil Jennings, del Grantham Institute for Climate Change all'Imperial College e Paul Wilkinson, della London School of Hygene & Tropical Medicine.

Per parlare del complicato rapporto tra politica è scienza sono poi intervenuti Yaryna Basystyuk, dell'Università di Southampton, Pasqualino Rossi del Ministero della Salute italiano e Jo Moir del Foreign, Development and Commonwealth Office.

Tornando al clima, la discussione si è poi soffermata sul ruolo delle città, certamente tra le maggiori responsabili delle emissioni di CO2 nell'aria: esempi positivi di mitigazione sono stati presentati da Marc Atherton, che ha parlato dell'esperienza del progetto europeo Ignition, sui flussi di finanziamento innovativi per implementare Nature Based Solutions a Manchester, mentre Andrea Mangarini ha illustrato in che modo la città di Milano si stia impegnando per una food policy sostenibile, ad esempio riducendo le emissioni legate al rifornimento delle mense scolastiche cittadine.

Le conclusioni dei lavori sono state affidate a Paolo Vineis, professore italiano presso l'Imperial College. Il giornalista Luca Carra ha moderato i lavori.

In apertura, l'ambasciatore Jill Morris ha sottolineato come ”le interconnessioni tra ambiente, clima e salute stanno diventando sempre più complesse, con ricadute e conseguenze che è necessario saper riconoscere ed interpretare correttamente per continuare a garantire il benessere dei cittadini e un ambiente più sicuro e salutare per tutti noi.” Ha poi aggiunto “le risposte e le soluzioni che la scienza è in grado di elaborare giocano naturalmente un ruolo tanto centrale quanto irrinunciabile”.

Il diplomatico ha quindi concluso facendo riferimento alla al lancio della nuova Integrated Review, la nuova strategia di politica estera, di cooperazione e sicurezza del Governo britannico: “non è un caso che tra gli obiettivi del nostro posizionamento geostrategico del prossimo decennio via sia una maggiore determinazione a cercare soluzioni multilaterali condivise a sfide globali, in primis contro il cambiamento climatico e contro il rischio di nuove pandemie”.

Il ministro britannico per il Business, l'Energia e la Crescita Sostenibile, Anne-Marie Trevelyan ha riferito che “i cambiamenti climatici rappresentano una grande sfida per la salute globale. Sono associati a un aumento della mortalità e a un peggioramento della salute: si stima che causeranno 250.000 morti in più ogni anno tra il 2030 e il 2050. E il costo diretto dell'impatto dei cambiamenti climatici è stimato tra i 2 e i 4 miliardi di dollari l'anno entro il 2030”.

L'esponente del Governo inglese ha proseguito sottolineando che “i governi devono dare la priorità alla costruzione di sistemi sanitari resilienti rispetto al clima, per proteggere la salute dei propri cittadini dagli effetti dei cambiamenti climatici evitando l'aumento delle disuguaglianze sanitarie”. Il ministro Trevelyan ha concluso esortando “tutti i Paesi a rendere la salute parte integrante della pianificazione nazionale per il clima, in modo da poter costruire un futuro più sostenibile e più salutare per il pianeta e per i suoi abitanti”.

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