E adesso dateci il vaccino. Ma fate presto. I numeri dei contagiati e dei morti in tutto il mondo sono sempre troppi e probabilmente molti decessi delle ultime settimane si sarebbero potuti evitare se i governanti e le case farmaceutiche si fossero mosse con più velocità e senza litigi, mettendo da parte i vari interessi economici e di potere.
Non siamo più a un anno fa, quando in pratica era da poco scoppiata la pandemia e dunque nessuno era ancora in grado di capire come combattere davvero il Coronavirus e si poteva fare ben poco sulla gente dal punto di vista della medicina.
Ma da mesi il quadro è cambiato rispetto alla scorsa Pasqua: c'è oramai sul mercato l'unica cosa che può salvare l'umanità: il vaccino. E ora gli unici sforzi che politici e i fornitori dell'antidoto devono fare è una e una soltanto: dare a tutti questo benedetto vaccino. Ieri anche Papa Francesco ha parlato di questa necessità. Che non è urgente, ma urgentissima. La percezione che si ha è che si sta perdendo del tempo prezioso: il gioco di potere tra governi e case farmaceutiche non risolve granché, se non ritardare la creazione e la distribuzione degli antidoti al Covid-19.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Ogni giorno assistiamo a dei veri e propri bollettini di guerra. Basta vedere quello che accade, per esempio, nel vicino Brasile: solo ieri vi ci sono stati qualcosa come quasi 2.000 decessi che portano il totale a più di 330mila vittime (66 mila nel solo mese di marzo). La direttrice dell'Organizzazione panamericana della salute Carissa Etienne ha sottolineato che nella Regione non vi sono vaccini a sufficienza e ha invitato i Paesi a continuare a puntare sulle misure di prevenzione. Insomma, come se ci si trovasse ancora ad aprile 2020 quando si parlava solo di distanziamento sociale e mascherine. Ma andiamo avanti.
L'Uruguay, considerato fino a poco tempo fa un Paese modello nella gestione dell'emergenza, ha fatto registrare in settimana il suo record giornaliero di morti, 35, e vede anche aumentare il numero dei contagi. E in America Latina, in generale, dall'inizio dell'emergenza sono stati qualcosa come 25 milioni i casi di infezione. I numeri, insomma, fanno davvero paura e fanno intendere che siamo molto lontani dalla fine di questo incubo. Chi paga, alla fine, sono i più deboli. Le persone comuni, che muoiono a migliaia ogni giorno. Una generazione, quella dai 70 anni in su, che in pratica sta scomparendo e sono coloro cui dobbiamo dire grazie perché sono coloro che hanno vissuto e combattuto per noi i conflitti mondiali.
Sembra di assistere a una seconda Auschwitz. E allora è davvero terribile assistere a quei governanti che anche in tempo di pandemia sembrano volere soltanto pensare al proprio ego smisurato e pensano di essere sempre in eterna campagna elettorale. Basti pensare, per esempio, all'Austria che tiene in ostaggio l'Ue sui vaccini. Litigi e sotterfugi che fanno perdere del tempo preziosi. Sappiamo benissimo che sugli antidoti girano tantissimi interessi e una valanga di soldi, ma la sensazione che si ha è che non si sta facendo tutto al meglio per dare a ogni abitante dell'Universo la dose giusta di vaccino. A qualcuno manca la carità cristiana, ma un giorno dovrà risponderne. Sulla Terra, ma anche oltre...