Fino ad oggi nel mondo sono state somministrate più di mezzo miliardo di dosi di vaccino e ben più di tre quarti di esse sono state utilizzate dai paesi più ricchi del mondo.  Per il New York Times, Keith Collins e Josh Holder hanno studiato la correlazione tra la ricchezza del paese e  le vaccinazioni .  Più nello specifico come indicatori sono stati usati il Pil pro capite e le dosi per numero di abitanti. i dati sulle vaccinazioni sono di World on Data e quelli sul Pil sono della Banca Mondiale. 

Secondo il quotidiano Usa la maggior parte dei paesi a reddito più elevato è stata in grado ottenere più dosi di vaccino finanziando la ricerca delle multinazionali o stringendo accordi sulla fornitura. Come abbiamo visto con il caso dei ritardi di Astrazeneca in Europa non è andata benissimo su questo fronte. Ma comunque è andata meglio rispetto ad altri luoghi che hanno avuto difficoltà a vincere contratti di acquisto. Al 30 marzo, Covax ,  un pool di acquisti globale creato nel giugno 2020 con l’obiettivo di garantire che anche i Paesi più poveri abbiano accesso ai vaccini, ha spedito 32,9 milioni di dosi di vaccino in 70 paesi e regioni. La maggior parte di queste spedizioni erano donazioni a paesi a basso reddito. Per contestualizzare questo numero, è solo il 6% dei 564 milioni di dosi somministrate in tutto il mondo.

Tuttavia, l’Organizzazione mondiale della sanità prevede che l’offerta aumenterà. Secondo un budget pubblicato questo mese, l’organizzazione ha detto che Covax era “sulla buona strada per raggiungere il suo obiettivo di fornire almeno due miliardi di dosi di vaccino nel 2021”. E 1,3 miliardi di quelle dosi, diceva il budget, sarebbero donazioni a paesi a basso reddito.