Gente d'Italia

Italiani scomparsi in Messico: inflitto mezzo secolo di carcere ai due poliziotti coinvolti

Giunge ad una svolta, almeno nelle aule giudiziarie, il caso dei tre italiani scomparsi in Messico, nel gennaio del 2018. Il Tribunale dello stato messicano di Jalisco (sesto distretto giudiziario), località in cui dei tre si sono perse le tracce, ha inflitto a 50 anni di carcere a Salomon Adrian Ramos Silva ed Emilio Martines Garcia, i due poliziotti ritenuti colpevoli della "sparizione forzata" di Antonio Russo e Vincenzo Cimmino, due dei tre napoletani (l'altro era Raffaele Russo) svaniti nel nulla oramai più di tre anni fa.

PER I GIUDICI I DUE AGENTI SONO COLPEVOLI
Per i giudici i due agenti sono pienamente colpevoli del reato contestato in concorso con altri pubblici ufficiali tra i quali il comandate della polizia locale e il suo vice. I due poliziotti sono stati anche interdetti dai pubblici uffici. Di una terza poliziotta, a sua volta coinvolta nell'inchiesta (ed imputata), non si sa più nulla. Linda Guadalupe Arroyo, fuggita durante la scorsa udienza, in occasione di una pausa, ha infatti fatto perdere le proprie tracce.

UFFICIALMENTE "DESAPARECIDOS"
Secondo la giustizia messicana, i tre napoletani sono tuttora classificati come "desaparecidos" e per questo motivo le loro ricerche non si fermano.

I PARENTI: DITECI DOVE SI TROVANO
Dopo la requisitoria ha preso la parola Francesco Russo (in video collegamento da Napoli, insieme con l'avvocato Luigi Ferrandino), il quale ha pregato gli inquirenti di chiedere, un ultima volta, agli agenti condannati di dire, qualora lo sapessero, dove si trovano Vincenzo Cimmino, Raffaele e Antonio Russo.

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