Non si può non essere d’accordo con la proposta lanciata dalla Cgia che in pratica ieri ha chiesto la sospensione per tutto il 2021 degli adempimenti tributari soprattutto per quelle piccole e medie aziende oltre a, naturalmente, per tutte le Partite Iva realtà che, a differenza delle grandi aziende e multinazionali, hanno già da anni ovviato spostando la propria sede legale in qualche Paese a fiscalità nulla o ultra agevolata, continuano a essere soggette all’esosità dell’erario italiano. Per utilizzare un termine purtroppo oramai di moda, un ‘lockdown’ alle tasse è quello che ci vuole affinché migliaia e migliaia di persone possano rifiatare dopo le varie restrizioni che hanno fatto perdere redditi e posti di lavoro.

Il governo, in questo preciso momento, dovrebbe concentrarsi solo ed esclusivamente sul piano vaccinale che arranca ancora. La partita contro il Coronavirus la si vince se tutta la popolazione italiana (e mondiale) riuscirà a immunizzarsi. La gente oramai non ce la fa più. Nel BelPaese sono di routine le manifestazioni di protesta contro un esecutivo che, giustamente, cerca per il bene comune di far rispettare le varie restrizioni affinché il virus non dilaghi. Bene. Ma lo stesso governo dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza e capire che dall’altro lato ci sono persone che da più di un anno non lavorano o lo fanno pochissimo. I dati sulla disoccupazione o sui nuovi poveri parlano di un’Italia a un passo dal baratro: continuare a chiedere denaro non è la soluzione ideale, oggi.

La gente è stanca di aspettare e di certo un ‘anno bianco’ fiscale potrebbe in qualche modo calmare le acque (come ha anche detto il deputato della Lega Massimo Bitonci, responsabile Attività produttive e Capogruppo Commissione Bilancio della Camera). Oltretutto, il gettito 2021 sarebbe oltre modo ridotto causa la poca attività effettuata nel corso del 2020. Ogni giorno vengono chiesto agli italiani nuovi sacrifici. Ebbene, bisogna ammettere che un anno fa chi vive nel BelPaese ha ‘obbedito’ alla lettera alle indicazioni dei governanti. Ma ora basta andare in giro per le varie città per capire che si è passati alla disobbedienza, dove sono sempre di più per esempio i negozi che aprono i battenti nonostante il divieto.

Siamo al passo decisivo: affinché non si arrivi a una vera lotta sociale bisogna sùbito andare incontro alle esigenze delle persone con qualcosa di concreto e visibile a differenza dei ristori che arrivano sì e no: sospendere le tasse per un anno e aggiornarsi tra un anno. E proseguire esclusivamente sulla campagna vaccinale che dovrà essere a tappeto. Da subitissimo… visto il ritardo che c’è.

Stefano Ghionni