di Lucio Fero

Governatori Regioni e regionali governi: dopo un anno abbondante di pandemia si può stilare un primo sommario elenco dei loro peculiari interventi. E ricavarne una costante, una sicurezza: degli errori e degli orrori. Sempre comunque ammantati di fierezza e convinta nell’indispensabilità del proprio ruolo, mai accompagnati o seguiti da un grammo di modestia istituzionale.

Michele Emiliano, Governatore della Puglia (da ora li chiameremo con la loro vera carica che è Presidente della Regione). Emiliano ha dissolto il concetto stesso di cosa pubblica, ecco come: da tempo sulla questione scuole aperte o chiuse ha detto alle famiglie fate voi. Fate voi? Già, il decisore politico, il custode e affidatario della res publica ha detto alle famiglie: scuola sì, scuola no è affare privato, se volete mandate figli a scuola, se non volete non mandateli.

Probabilmente Emiliano pensa questa sia il massimo della democrazia, si sbaglia: è lo squaglio della democrazia. O forse Emiliano ex magistrato pensa in termini di responsabilità: se mi si ammala uno studente…Quel che è certo è che Emiliano delegando alle chat delle mamme la frequenza a scuola ha spiegato come meglio non si potrebbe l’inutilità (nociva) di una istituzione pubblica (la Regione e lui stesso) di fronte alla quale Ponzio Pilato giganteggia come incauto amante del rischio di decidere.

Eugenio Giani porta il peso di una Regione, la sua Toscana, lentissima, anzi inizialmente proprio in altre faccende affaccendata, nel vaccinare anziani. Prima i magistrati, e non solo loro. Giani almeno se ne cruccia a posteriori, non a caso è di sinistra. Marco Marsilio in Abruzzo ha fatto lo stesso: magistrati e categorie prima, anziani dopo. Ma siccome è molto di destra lui non si batte il petto, lui nega l’evidenza.

Vincenzo de Luca in Campania ne ha fatte e dette tante, qualcuna anche giusta. Ma la peggiore e indelebile è stata quella di essere il primo dei salta fila, il primo in Italia dei salta fila nel vaccinarsi.

Christian Solinas nella sua Sardegna e per la sua Sardegna aveva visto estratto il biglietto vincente: Zona Bianca per basso contagio, unica Regione in Italia. In neanche un mese una gestione incosciente della Zona Bianca ha rinfocolato il contagio e riportato Sardegna in Ziona Rossa.

Nello Musumeci, che lui sapesse o no, la sua amministrazione ha spalmato morti su più giorni e date per non “essere penalizzata”. Dei dati della Sicilia relative e vittime e contagi non ci si può fidare. Nella migliore delle ipotesi sono inaffidabili, nella peggiore sono taroccati.

I primi malati di Covid ricoverati su input Regione anche nelle Rsa. Poi la patetica e anche sconcia storia dei camici comprati, anzi no, donati dall’azienda di famiglia e di amici. Quindi l’incapacità manifesta e acclarata di comprare e garantire i vaccini anti influenzali e infine l’incapacità (nonostante tutti i Bertolaso e le Moratti) di organizzare un appena decente servizio di prenotazione e quindi somministrazione dei vaccini anti Covid. Lombardia modello di efficienza amministrativa? Ma mi faccia il piacere…avrebbe detto Totò. E la Moratti del vaccinare prima chi fa più Pil?

Luca Zaia e il suo Veneto: efficienza, altro che Lombardia. Però facciamo a non ricordarci di quando disse: “roba da cinesi che mangiano topi vivi e da noi non verrà”. E facciamo a non ricordarci di quando disse: “sono pronto ad acquistare milioni di dosi di vaccino, me le hanno offerte ed è una offerta seria”. Quei milioni di dosi nessuno le ha mai viste perché erano tarocche come i dati siciliani, Zaia efficiente anche nel farsi intortare o quasi.

Giovanni Toti della Liguria, sempre con coerente pragmatismo un bel po’ più dalla parte dei ristoranti aperti più che delle scuole aperte. Un po’ di tempo fa gli era scappato qualcosa su chi più o meno utile alla società, ma riguardava chi lavora e chi è troppo vecchio per farlo. Ma era un pensiero confuso e subito rimosso. Sulla scuola aperta invece Toti ha lasciato il segno della sua concezione del mondo e della sua scala dei valori sociali: la scuola aperta e priorità vezzo elitista della sinistra.

Nicola Zingaretti, finché ha potuto è stato troppo impegnato a far danno altrove, al Pd. Come presidente di Regione vanta l’unica Regione, il Lazio, dove ci si prenota e ci si vaccina facilmente e con ordine e relativa velocità.

Governatore, titolo che non esiste e titolo che rimanda e allude ad un mini Stato chiamato Regione governato appunto da un plenipotenziario. Governatore, pennacchio decorativo e tronfio che i Presidenti di Regione hanno preso l’abitudine di indossare e sfoggiare a dimostrazione della loro onniscienza politica. Un pennacchio da rimuovere, non ha ragion d’essere. Chi li chiama governatori, se sa quel che dice, deve volutamente ignorare ciò che fanno.