A Haiti sette religiosi e tre laici sono stati rapiti mentre andavano a messa: tra loro ci sono anche due cittadini francesi. E Parigi apre un'inchiesta.

Il sequestro è avvenuto domenica 11 aprile nella città di Croix-des-Bouquets, vicino alla capitale di Haiti Port-au-Prince.

I sequestrati sono cinque sacerdoti, due suore e tre parenti di uno dei due sacerdoti sono stati rapiti. Si tratta di padre Michel Briand (di nazionalità francese), Jean Nicaisse Milien, Joël Thomas, Evens Joseph, padre Jean-Hugues Baptiste (sacerdote dell'Arcidiocesi di Cape Haitian, studente di medicina) e di suor Agnès Bordeau, francese, della Congregazione della Provvidenza di Pommeraye, e di suor Anne Marie Dorcelus, della Congregazione delle Piccole Sorelle di Gesù Bambino.

I sette sono stati rapiti mentre si dirigevano verso la parrocchia di Galette Chambon per partecipare all'insediamento come parroco di padre Jean Arnel Joseph.

Secondo padre Stevenson Montinard, i rapitori chiedono una ingente somma di denaro per il rilascio dei rapiti. La polizia sospetta che dietro al rapimento ci sia una banda armata attiva nell'area, soprannominata "400 Mawozo", secondo una fonte locale.

Purtroppo i casi di sequestro di persona avvengono quotidianamente nel Paese, che da anni affronta una crescente ondata di insicurezza. "Questo nuovo caso è un riflesso del crollo dell'apparato di sicurezza dello Stato e del Paese. Nessuno sembra essere più al sicuro", afferma all'agenzia vaticana Fides padre Renold Antoine, che lavora sul posto. "I gruppi fuori legge continuano a seminare paura e tristezza nel cuore della popolazione", ha concluso padre Renold.

La procura francese ha aperto un'inchiesta per "sequestro ad opera di banda organizzata"

L'inchiesta è stata affidata alla sezione anticrimine della procura. I rapitori hanno chiesto un riscatto di un milione di euro in cambio della liberazione dei 7, sequestrati nei pressi di Port-au-Prince.

La chiesa cattolica di Haiti ha vivamente denunciato "l'inerzia delle autorità haitiane. Definendo in un comunicato firmato dall'arcivescovo della capitale, monsignor Max Leroy Mésidor, Haiti come "un Paese esasperato dall'insicurezza", la chiesa sottolinea che "da tempo assistiamo ad una discesa agli Inferi della società haitiana", dato che "la violenza delle bande armate" ha assunto "una proporzione senza precedenti".

"Le autorità pubbliche – si avverte poi – che non fanno nulla per risolvere questa crisi non sono immuni da sospetti", per cui "intendiamo denunciare la compiacenza e la complicità da qualunque parte esse provengano".

Alludendo alla possibilità ventilata dalla polizia che il sequestro sia opera di una banda armata denominata '400 Mawozo', padre Loudger Mazile ha rivelato ai media che "i rapitori chiedono un milione di dollari di riscatto".